La giornata di Norma
Data: 19/08/2020,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: VicentinoGrey, Fonte: EroticiRacconti
Il sogno l’aveva scombussolata al punto da ritrovare gli slip fradici. Se da un lato si giustificò perché era stato un incubo, dall’altro le venne un senso di colpa per aver lasciato che la sua mente l’avesse stimolata a immaginare una situazione tanto degradante quanto inconsciamente eccitante.
Cambiò gli slip e si vestì. Preparò i figli per la scuola materna, saltando la colazione, e uscì di casa con la mente ripulita da ogni immagine licenziosa.
Lo stomaco vuoto la spinse verso il bar per godersi cornetto e cappuccino.
Si accomodò a un tavolino in attesa di essere servita ma ebbe un tuffo al cuore quando vide Antonio che le sorrideva, entrando assieme a un amico e a una coppia di donne. Riconobbe Maria, responsabile della mensa, e Costanza, la padrona del panificio del quartiere. I quattro si sistemarono nel tavolo vicino e Antonio non perse tempo a incalzare Norma con le sue allusioni.
- Ciao Norma! Come sei elegante oggi. Camicia e gonna, poco trucco…mi sembra tu abbia usato solo il lucidalabbra. Ma sai di non averne bisogno, vero? Hai già una bella bocca al naturale: se la fai risaltare in quel modo, mi fai venire brutti pensieri.
- E dai, Antonio – lo rimproverò Maria – non essere così spudorato! Lascia a noi donne il giudizio su abbigliamento e trucco. A proposito, come è stato allevare due bambini piccoli, nati così vicini?
Norma si imbarazzò tantissimo. La scena davanti ai suoi occhi sembrava la replica dell’incubo vissuto poche ore prima.
- ...
... Non è stato semplice. Sono entrambi piuttosto vivaci – rispose.
- Si svegliavano spesso la notte, li allattavi tu? – intervenne Costanza – vedo che ti hanno sgonfiato per bene le tette.
Norma arrossì vistosamente. Non le era mai capitato di dover affrontare domande così personali in un luogo pubblico. L’imbarazzo le rese sensibili le labbra del sesso. Non c’era dubbio: i suoi umori stavano lubrificando le sue mucose.
- Su non arrossire – la esortò l’altro uomo, prendendosi confidenza – in fin dei conti stiamo solo chiacchierando. E complimenti per le gambe!
- Dai, Bruno, non essere così diretto – disse Antonio - non hai chiesto nemmeno se potevi darle del tu.
Nel sentire quel nome, Norma sgranò gli occhi. Il suo era stato un incubo premonitore. La sola fortuna era il luogo pubblico; la sfortuna, invece, era rappresentata dal constatare quanto la sua timidezza, i suoi sensi di colpa e il suo senso di inadeguatezza, alimentato dal poco lavoro e dal Covid, la mettessero in condizioni di sudditanza mentale verso chi dimostrava carattere e sicurezza.
Antonio le percepiva, come un animale da preda sente la paura della vittima prescelta.
- Quando ci offrirai un buon caffè a casa tua? – chiese Antonio – qui al bar non si può parlare di tutto e siamo tutti curiosi di conoscerti a fondo. In tutti i sensi.
Tutti risero e Norma arrossì vistosamente. L’incubo si stava lentamente concretizzando in una serie di eventi apparentemente casuali. Il suo imbarazzo crebbe ...