1. Avventure di uno qualsiasi - Segreti nella corte


    Data: 12/08/2020, Categorie: Anale Masturbazione Lesbo Autore: inciu, Fonte: xHamster

    ... andare a dargli la lettera, ma suonò il telefono, risposi.
    
    “Pronto?” “Ciao Inciù, sono Luigia, puoi venire al bar verso mezzogiorno? Ho bisogno” “Ok, vengo subito se vuoi?” “No, alle dodici” “ Ok, a dopo” “Ok, grazie caro, a dopo”
    
    Mancava meno di un ora, mi lavai, cambia vestiti, presi la moto e via. Arrivato in bar non c’era nessuno tranne Secondo, l’ubriacone del paese, e Giovanni, il matto del paese, aveva l’abitudine di palpeggiare le tette delle donne, soprattutto anziane, lo fece anche con Luigia, pensai che forse ero lì per evitare guai a lei.
    
    “Voi due, uscite per favore!”
    
    “Ehi Lù!? Che c’è?”
    
    “Ascolta Inciu, non dovrei dirtelo, ma oggi la madre di Valentina ha detto che staranno via fino a settembre. So che c’era scritto nella lettera,Vale ha chiesto a me cosa scrivere.”
    
    Il vuoto che mi avvolse.
    
    “C’è un’altra cosa che devi sapere, prima, ti ha visto dall’investigatore, sua madre fa pulizie in casa li vicino, è venuta qui per parlarti e sapere cosa ci facevi.”
    
    “Niente, era una lettera per mia zia. Ho letto velocemente, parlava di coniugi morti e investigazione obiettivo due.” “Stai attento, tua zia non è come sembra. La conosco da tempo, stai attento, state attenti in casa” “Va bene Lù, grazie. Ma io devo beccare Valentina.” “Prova a correre alla stazione del treno, parte alle 12:25, hai venti minuti.”
    
    Corsi fuori, la stazione dei treni era nel paese vicino, venti chilometri da fare in un fiato solo. Saltai in moto, e mi sembra di essere ...
    ... Kocincki per davvero, arrivai, ma era tardi. Stava salendo, non mi feci problemi ed entrai in moto dal fianco della stazione dove vi era il passaggio pedonale. Arrivai fino alla carrozza, sbattei le mani sul vetro,lei mi vide, era scura in viso, abbasso il finestrino e mi disse: “Vattene, vai via.” “Ma cosa dici?” “Vattene, segui i tuoi sogni, sei bravo in quello, ribellati come sai fare tu, fai quello che ti pare, ma vattene. Vai via.” E mi lanciò un suo nastro per i capelli. Il capo stazione venne da me per allontanarmi. “Hei tu con quella moto cosa ci fai?” Il treno ebbe l’ok e si inizio a muovere.
    
    Sapevo che era un treno che faceva tutte le stazioni fino a Bologna, saltai in moto e ripartii a tutto gas. Affrontavo la strada come se non ci fosse stato un domani. Ad un certo punto, su un cavalcavia che passava sopra la strada del mare in uscita vi era una curva abbastanza secca, ed una mota a causa delle radici di un vecchio albero che ora non vi era più. La presi in pieno, la moto era un 125, moto leggera, e quella mota fu abbastanza per non farmi mantenere la strada, la moto si impennò e mi scappò verso il centro della strada, fiondando la moto verso il guardrail. Io caddi indietro sul lato destro e cominciai a rotolare. Dopo una manciata di secondi mi rialzai di s**tto,avevo paura di finire come un mio amico di infanzia andato a vivere a Verona, schiacciato da un auto, mi guardai attorno e non vi era nessuno per fortuna, provai a camminare, ma sentivo bruciare un po’ ...