Si spogli prego
Data: 01/08/2020,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: Xilia, Fonte: Annunci69
Al diavolo Caterina e la sua laurea in Farmacia. Al diavolo i suoi paroloni e la sua insistenza. E al diavolo me, che da quel suo bel faccino da monaca mancata mi faccio sempre convincere.
“Devi assolutamente farti vedere, ti dico. Due settimane di dolori diffusi al retto non sono affatto da sottovalutare.”
Io, che con il mio retto ho sempre avuto un ottimo rapporto, e ci tengo, alla fine mi sono decisa a prenotare questa visita, pur consapevole che l’unica cura di cui avrebbe bisogno il mio sfintere dovrebbe essere un po’ di meritato riposo.
Sono qui seduta sul lettino con la pancia ancora provata dal clistere che mi hanno somministrato circa un’ora fa, in silenziosa attesa.
“Il dottore!” mi avverte allarmata l’infermiera.
Non capisco che reazione si aspetta da me. La sua deferente soggezione è inquietante. Ci manca poco che si prostri ai suoi piedi mentre uscendo lo incrocia fuori dalla porta. Io mi limito a scendere dal lettino mettendomi in piedi, come facevo da scolara all’arrivo del preside.
Entra. È un uomo austero ed evidentemente fin troppo sicuro di sé. Lo seguono una decina di studenti in camice, come anatroccoli altrimenti smarriti.
Afferra la mia cartella, la legge velocemente e decreta: “Dolore perianale e perineale senza sanguinamento defecazione regolare e non ha ancora seguito alcuna terapia.” Parla proprio così, senza virgole. “Prima cosa da fare?”
Una delle tre studentesse del gruppo – ricorda vagamente Winona Ryder, ma con ricci ...
... rossastri e una dozzina di centimetri d’altezza in più – risponde rapida: “Valutazione visiva esterna, per individuare l’eventuale presenza di…” La interrompe.
“Perfetto.” Poi si gira verso di me. “Si spogli prego.” Non posso fare a meno di notare qualche sghignazzo nelle retrovie.
Mi sfilo leggings e slip e rimango di fronte a loro, imbarazzata e con lo sguardo abbassato. Mi copro pudica il pube con le mani, poi realizzo che non ha senso e mi costringo a riportate le braccia lungo i fianchi.
“Si metta sul lettino grazie.” Mi ci siedo di nuovo e mi sdraio sulla schiena. “Si giri.” Eseguo. “Raccolga le ginocchia.” Mi metto carponi. “Spalle giù.” Mi appoggia una mano tra le scapole e accompagna il mio busto verso il basso, lasciando solo il sedere alzato e ben esposto. Come una gatta in calore, penso. E forse lo pensa anche qualcuno di questi giovanotti che se ne stanno lì dietro, tutti con lo sguardo, mi auguro professionale, puntato sulle mie intimità messe ben in mostra.
Il dottore estrae da una confezione un paio di guanti in lattice e li infila in silenzio. “La zona perianale non ha evidenti...” Mi tocca la zona in questione e istintivamente mi contraggo. “Per favore stia rilassata.” Il per favore è del tutto superfluo. Ubbidisco.
Mentre va avanti ad illustrare il normo-aspetto del mio ano ci gira intorno con il dito, passando il polpastrello tutt’intorno al mio orifizio.
Finita la spiegazione prende un tubetto di quella che immagino sia vasellina, se la ...