Vittoria completa
Data: 22/07/2020,
Categorie:
Lesbo
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
‘Posso entrare?’ – chiese con delicatezza ed educazione, intanto che una voce dall’altra parte della stanza le diceva placidamente di rimediare, un ammonimento dal suono passionale, profondo e all’incirca straniero.
Erano le prime ore del pomeriggio, fuori il cielo si stava oscurando per le nubi cariche di pioggia, mentre la luce che la stanza emanava era d’un colore viola pallido, in netto contrasto con l’atmosfera e lo stato d’animo risoluto che lei avvertiva dentro di sé. L’apprensione e l’eccitazione ben definita che lei percepiva per quell’incontro era incontenibile e prorompente, pertanto quella luce viola le creava una specie d’inquietudine massima, perfino faticosa e logorante sia da controllare quanto da gestire. Il primo appuntamento, la prima volta, l’ammirazione e lo stupore del loro primo incontro. Nel suo vestito nero che sembrava aromatizzare di fragranze antiquate, la signora che aveva la voce della sua anima entrò con la gola chiusa in un saluto appena accennato. L’emozione per un volto sconosciuto che aveva creato per quelle svariate ore d’amore potenziali, esclusive e totali, con le note d’abilità sfumate e voluttuose veramente irripetibili vissute in quella splendida casa su quello scoglio che torreggiava sul mare. In quel momento le protese la mano, una mano affusolata con le dita lunghe e magre e un anello dall’aspetto berbero con una pietra nera:
‘Eccoti finalmente’ – disse lei impaziente e smaniosa di vederla.
La luce adesso era cambiata, ...
... era diventata rossa fiammante diffondendo dei riverberi intensi per poco sfolgoranti. Nel mulinello di quella tintura svelò il suo nome rimanendo inamovibile per lo splendore che aveva dinnanzi, simile a un giaguaro con gli occhi di colore verde smeraldo, di fatto esplosivo e sensazionale per il cervello. Gli occhi negli occhi, la mano che rapisce i desideri e che ammalia entusiasmando i pensieri, la bocca dalle labbra carnose e sensuali che tanto l’avevano fatta sognare, il suo profumo di quei territori distanti, l’animo e l’audacia che si spostava rapidamente, a tal punto la mise abilmente a proprio agio attiguo a lei sopra un canapè annunciandole placidamente:
‘Avvicinati a me, afferrami, affiancami e conducimi, venerami sul serio. Io sono realmente ciò che tu hai sempre voluto e perfino lontanamente in silenzio immaginato’ – le disse, facendole perdere omogeneità.
La completezza, la perfezione, come durante i loro voli potenziali e presumibili di sesso all’ennesima potenza, dove il gioco s’attuava creandosi ed espandendosi con il suono delle frasi pronunciate a mezza voce, accompagnato da segni indolenti e ponderati, che pronosticavano in silenzio godimenti incolti e soddisfazioni impetuose e selvagge. Quelle erano effettivamente ore d’erotismo universale, lampi di piacere come dardi che squarciavano l’addome, nessun’aggancio era osservabile, solamente la voce e l’anima come due amanti di notte, compiute per rincorrere il piacere all’unisono e in pieno accordo ...