Love-craft: la sessione
Data: 16/07/2020,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Ganimede2, Fonte: Annunci69
Me ne ero andata nell'oscurità e mi ero risvegliata in essa.
Sentivo una benda sugli occhi mentre le mie braccia, il mio busto e le mie gambe erano bloccate in una presa a croce, tutto ciò che avevo intorno era il buio.
Avevo ancora la maglietta e sui fianchi sentivo ancora l’elastico delle mutandine, le corde che mi tenevano non erano né strette né fastidiose, era come avere i polsi legati da una seta resistente come l’acciaio.
In quel buio, a nemmeno un metro da me, avvertì la sua presenza.
Con un passo felpato si avvicinò a me e mise le sue mani sui miei polsi.
Non capivo chi o cosa fosse quella cosa, non sapevo come aveva fatto a entrare in casa o come mi aveva catturata.
La paura mi assalì di nuovo, forse per lui ero un semplice giocattolo su cui avrebbe potuto sfogare il suo sadismo o ancora peggio, una specie di sacrificio.
Avvertì il suo viso davanti al mio.
Il mio cuore stava esplodendo per la paura e non controllavo più il respiro.
E la cosa strana era che lo percepivo come spaventoso, ma allo stesso tempo lo avvertivo come una presenza piacevole
Mise il volto sul mio collo e cominciò ad annusarmi e nel mentre, io lo feci con lui.
Il suo odore mi tranquillizzava, era buono, fresco ed eccitante.
Un odore che non avevo mai sentito.
“R’lyeh”
Per la prima volta lo sentì parlare.
La sua voce era profonda e virile, ma non sentì le sue labbra aprirsi, era come se mi stesse parlando direttamente al cervello.
E ripeté quella ...
... parola, “R’lyeh”, una decina di volte, come se dovessi ripeterla anche io, lo feci.
“R’lyeh”
Dopo averla pronunciata le sue mani lasciarono i miei polsi e ancora più strano, non avvertì più la sua presenza.
Cercai di liberarmi dalla mia prigionia, fino a quando capì il suo significato.
Era la parola magica per terminare il gioco, il gioco che voleva fare con me.
Ma non poteva liberarmi, non avevamo ancora cominciato.
Così pronunciai la parola e in un soffio tornò da me.
Avvertì di nuovo la sua presenza, la sua pressione, il suo strano calore, il suo esserci e non esserci.
E ricominciò nell'esatto punto da dove si era interrotto.
Passando dai polsi, le sue mani cominciarono a esplorare il mio corpo.
Dalle braccia passò al collo e con i pollici mi accarezzò il viso.
Dal collo scese sul mio seno e cominciò a palparlo.
Lo strinse, lo massaggiò e lo raccolse per infilarci il viso dentro.
Ci rimase per un po’, cullato dal mio respiro e dalla mia morbidezza.
Quando lasciò la presa, le sue mani andarono verso i miei fianchi e circumnavigò il mio culo, sentendone la carne fino a quando non raggiunse il mio tempio rosa.
La sua mano cominciò a massaggiarmi gli slip e così, ferma e immobile, sentì la sua forza su tutta la passerina.
Mi stava tastando, come se stesse esplorando per la prima volta il corpo di una donna e quando scostò le mutandine, sentì le sue dita.
Presi un profondo respiro e lo lasciai esplorare il mio essere.
Iniziò a ...