1. Riky e i suoi... amici - Capitolo 2


    Data: 08/07/2020, Categorie: Gay / Bisex Prime Esperienze Autore: aramis45, Fonte: xHamster

    ... Allora è tutto quello che vuoi fare?”
    
    Questa voltae il mio cuore stava battendo così velocemente che io pensai che sarebbe scoppiato. Appoggiai il righello sul pavimento mentre le mie dita cominciavano a muoversi su e giù sull’intera lunghezza del suo uccello. Era la prima che tenevo in mano il cazzo di qualcun’altro e non potevo credere che fosse quello di Davide.
    
    “Sporco bastardo. È veramente figo!” Mormorò lui.
    
    Io non risposi ma continuai a menarglielo.
    
    Dopo un po’ Davide prese delicatamente la mia mano e la tolse dal cazzo.
    
    “Non voglio ancora venire, sporco bastardo. Abbiamo ancora molto tempo. Comunque che mi dici del tuo cazzo? Non posso guardarlo e toccarlo? Via i tuoi boxer.”
    
    Non ebbe bisogno di dirmelo due volte.
    
    Davide misurò il mio cazzo, era un po’ più lungo del suo ma non di molto. Ci sdraiammo sul letto e cominciammo a carezzarci dolcemente l’un l’altro, fermandoci in tempo per non venire troppo presto. Durante ogni pausa chiacchieravamo… parlammo della nostra prima sega, io avevo cominciato circa tre mesi prima di lui e lui mi disse della prima volta che aveva usato del baby oil che aveva trovato in bagno. Gli chiesi se non aveva mai fatto una sega a qualcun altro e lui mi disse che non aveva mai visto prima di allora un ragazzo con un’erezione. Tutto questo durò per circa un’ora. Poi cominciai a sentire il suo cazzo diventare veramente duro e compresi che stava per schizzare.
    
    Cominciò a borbottare: “Sto venendo, brutto bastardo... ...
    ... ah... ah... sto venendo... ah... ah.. Vengo... ah... ah!”
    
    E il suo sperma spizzò in aria per poi ricadere sul suo torace. Io lo seguii molto presto. Ci guardammo e sorridemmo mentre ci pulivamo coi fazzoletti.
    
    Il mattino seguente fummo svegliati da mio papà che bussò alla porta. Ci alzammo ed andammo subito a fare colazione. Non dicemmo nulla della notte precedente e mentre la giornata passava cominciai a pensare che Davide volesse dimenticare tutto. Ma non avevo ragione di preoccuparmi, tornando dalla partita come per caso lui disse: “Voglio vedere se il mio righello è lungo come il tuo, brutto bastardo.
    
    Vogliamo andare a casa mia?”
    
    Scoppiammo a ridere e lui si diede una strizzata all’uccello.
    
    Ma non doveva essere la nostra giornata, avevamo perso a calcio e quando arrivammo nella via di Davide vedemmo la macchina di suo papà. I suoi genitori erano già arrivati e tutto quello che potemmo fare fu andare in camera sua, ma i nostri cazzi rimasero nei pantaloni.
    
    Nelle poche settimane che mancavano a Natale non riuscivamo a tenere le mani lontano uno dall’altro. La maggior parte dei giorni, dopo la scuola, andavamo a casa mia per una veloce sega prima del ritorno di mia mamma. Ci abbassavamo i pantaloni e sparavamo in una calza per evitare di sporcare in giro. Alcune sere andavo da Davide con la scusa che dovevamo discutere dei compiti e ci masturbavamo l’un l’altro nella sua stanza. Una volta abbiamo concordato di incontrarci al cesso durante una lezione di ...