1. L'uomo della palestra pt.3


    Data: 22/01/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: 21ennedotato, Fonte: Annunci69

    ... bocca spalancata, a guardare la scena.
    
    «Ho fatto tardi, sarà meglio chiamare la pizzeria a questo punto, no Gabri?» lui annuì in silenzio e rispose al bacio che lei gli posò sulle labbra circondate da una barba ispida.
    
    La donna si assentò per un attimo e scomparve in una delle loro stanze. Gabriele mi guardò, sembrava arrabbiato.
    
    «È la tua professoressa? Non lo sapevo.»
    
    «Neanche io, non sapevo nemmeno come ti chiamassi prima di mezz'ora fa.»
    
    Gli afferrai il pacco in preda ad un momento di eccitamento totale, il suo alito alcolico mi avevano stuzzicato gli ormoni, mi lasciò per qualche secondo la mano sul suo cazzo per poi toglierla quando sentì i tacchi della moglie muoversi nella nostra direzione.
    
    «Allora, Luca, che coincidenza che tu abbia conosciuto mio marito in palestra, avete legato in fretta poi, mi ha parlato di te ma non pensavo sarebbe addirittura culminata in un cena insieme.»
    
    «Nemmeno io prof, scusa, Giulia. Ma mi fa molto piacere, siamo due caratteri simili.»
    
    «Vado ad ordinare le pizze, come la vuoi Luca?»
    
    «Diavola, mi piacciono le cose piccanti.» nel pronunciare questa frase guardai l'uomo ed il suo pacco, Giulia era impegnata al telefono. Si spostò in cucina per parlare.
    
    «Io intanto gli mostro la casa!» urlò il gigante per farsi sentire dalla moglie.
    
    Il tempo di entrare nella prima stanza e mi aveva già messo in ginocchio, con il suo enorme cazzo duro davanti al mio naso, emanava un forte odore che mi eccitava ...
    ... tantissimo.
    
    «Fai presto che potrebbe arrivare» mi suggerì, succhiai come una troia ma non venne, sentimmo dei passi, così ci risistemammo.
    
    «Scusa se ti ho messo le mani addosso in palestra.»
    
    «Scherzi? L'ho amato, papi, mi ha eccitato da morire, voglio essere la tua troia.» dissi passandomi la lingua sulle labbra. Sorrise e ci mettemmo a tavola.
    
    Parlammo del più e del meno per qualche minuto prima che arrivasse la pizza.
    
    Io ero a capotavola, la prof alla mia sinistra e l'uomo alla mia destra. Conversammo per tutta la cena, quando poi la prof si alzò per gettare i cartoni delle pizze colsi l'occasione e posai la mano sul grande cazzo. Non so se fosse rimasto duro per tutto il tempo o si fosse indurito poco prima, fatto sta che al primo tocco già era duro come una roccia. Mossi la mano per fargli una sega da sopra i pantaloni ma non era soddisfacente.
    
    «Scusate, devo andare un attimo in bagno.» disse Giulia con un velo di imbarazzo a coprirle il viso.
    
    Appena sentimmo la porta chiudersi mi inginocchiai e glielo presi in bocca finché potevo.
    
    Non potevo fare a meno di quel cazzo. Lo sentii godere sommessamente per non farsi sentire, poi vidi la sua mano trattenersi, lo volevo.
    
    «Fallo, ti prego.» lo supplicai guardandolo dal basso e sputandogli sul cazzo per lubrificarlo. Con una grande violenza la sua mano andò a colpirmi il viso, proprio sulla guancia che avvolgeva il suo enorme uccello.
    
    «Ancora, papi, ancora.» mi afferrò i capelli e mi scopò la testa come una troia. La ...