1. Beyond the White. Indian target


    Data: 18/06/2020, Categorie: Erotici Racconti, Racconti Erotici, Etero Voyeur Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... attento. Chi diavolo poteva necessitare di una protezione ravvicinata? Un politico? O la moglie, o la figlia di un politico. In un paese in cui gli stupri erano ancora moltissimi a dispetto delle spinte e dei movimenti a difesa delle donne, una simile cautela poteva essere adottata, specialmente se si fosse trattato della moglie o della figlia di un politico particolarmente importante. Crowain si avvicinò a un chiosco. Comprò una bottiglia d’acqua e un giornale. Gettò un’occhiata dietro di sé. Il “duro” era ancora lì. Sostava davanti al negozio di vestiti. Poi, lo raggiunse una ragazza. Una donna. Lui aveva la pelle scura, lei ce l’aveva chiara. Si voltò un istante nella direzione di James, guardandosi in giro con aria apparentemente annoiata. E in un lampo, James Crowain capì. La donna era Dalima Khotil, sensuale e conturbante moglie-trofeo di Sanjar Tah. La donna del bersaglio. Che diavolo ci faceva lì? Improvvisamente, James decise: l’avrebbe scoperto. Era solo per shopping? O c’era altro? I due fendettero la folla. Qualcuno fece foto. Il bodyguard abbaiò qualcosa. I cellulari sparirono. James si mosse piano. Li seguì a rispettosissima distanza. E notò che Dalima stava dirigendosi verso un negozio di telefonia. La vide digitare un numero. Chiamare e dire poche parole. Una conversazione a senso unico.
    
    Il bodyguard, apparentemente insensibile a tutto tranne che al suo compito, squadrava la folla. Crowain sospirò. Doveva capire. Era un consulto o una sostituzione? Eppure ...
    ... il telefono della donna pareva perfettamente funzionante… No: doveva esserci qualcosa sotto. James Crowain se lo sentiva nelle ossa. Dalima non era lì per mero caso. Anche perché, sicuramente aveva altri tre cellulari, di questo si sentiva sicuro. Allora perché era lì? C’era un solo modo per scoprirlo.
    
    Il bodyguard si chiamava Kunjar Jupik. Era indiano ma aveva avi di altri lidi. Notò subito l’uomo avvicinarsi. Un occidentale, ovvio. Alzò il braccio, il palmo della mano rivolta verso l’uomo, in un universale gesto di “stop”. -Mi spiace signore. Non può entrare.-, disse. -Ma… devo fare una sostituzione…-, iniziò l’uomo, sguardo turbato. Kunjar sorrise, il tizio pareva patetico nonostante un fisico da sportivo. Tipico degli occidentali pensare che tutto fosse loro dovuto. Era compiaciuto all’idea di poter far capire a quello straniero come stessero realmente le cose. La sentiva come una rivalsa. -Mi spiace. Non può entrare.-, disse Kunjar. L’uomo fece per ribattere. Kunjar portò minacciosamente la mano alla cintura dove aveva un manganello con l’anima in piombo.
    
    James annuì. Capì. Quel tizio lo avrebbe potuto pestare fregandosene bellamente dei diritti umani. Non era evidentemente interessato alle possibili conseguenze diplomatiche. O magari stava solo bluffando. Crowain tuttavia sapeva che battersi con quel tizio era fuori questione. Avrebbe vanificato la sua copertura e l’avrebbe messo nei guai. annuì, si scusò e ripiegò educatamente. Aveva visto la bella Dalima parlare ...
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