1. La moglie prepotente -- seconda parte


    Data: 15/06/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Run Like Hell, Fonte: EroticiRacconti

    Ci eravamo lasciati dopo la gita in spiaggia, le foto e la scopata di mia moglie con il ragazzo dell’hotel che ci aveva fatto da autista.
    
    Come al solito lei aveva voluto condurre il gioco e io zitto e buono. Ne aveva fatto le spese anche l’amico fotografo che ci aveva accompagnati, rimasto provocato, arrapato e poi a secco.
    
    Lei aveva quindi anche organizzato il dopo cena , in camera nostra a guardare le foto scattate al mattino.
    
    Il pomeriggio riposammo un po’, poi una passeggiata per negozi nelle vie attorno all’hotel, prima di cena.
    
    Finalmente a tavola le chiesi che intenzione avesse per il dopo cena, visto l’invito fatto a Francesco. Lei, gelida, rispose che avremmo guardato le foto, ci avrebbe provocati entrambi, ma “guardare senza toccare”, Francesco non era proprio il suo tipo e io avevo bisogno di stare a digiuno di sesso per un po’.
    
    Niente, neanche in vacanza si addolciva, doveva comandare lei e io dovevo subire in silenzio qualsiasi cosa.
    
    Ma io stavo meditando vendetta!
    
    Cenammo, Francesco non era al nostro tavolo e appena finito Elena gli si avvicinò sorridente e dolce per dirgli che lo avremmo aspettato su in camera.
    
    Noi salimmo, lei non si cambiò d’abito e rimase con lo stesso vestitino elegante ma addirittura castigato; sembrava una professoressa austera e severa, pronta ad interrogare i suoi alunni.
    
    Bene. Francesco arrivò dopo poco, ci accomodammo sul divano e cominciammo a scorrere le foto sul suo IPad.
    
    Bastava la vista in foto di ...
    ... quella splendida nudità per far eccitare sia me che Francesco. In più Elena non faceva che strusciarsi su di lui che ormai sembrava proprio non farcela più e che comunque si sentiva certo di concludere scopandosela.
    
    Io invece sapevo che se Elena aveva una cosa in testa niente le avrebbe fatto cambiare idea.
    
    Infatti a un certo punto Lei si alzò, raccolse una leggerissima lunga sciarpa, se l’avvolse attorno al collo e disse: “grazie Francesco, foto molto belle, domani me ne fai tutte le copie su una chiavetta. Ora vado sul terrazzo, ti saluto”. Basta. Punto e basta. Lei doveva comandare e basta.
    
    Capii che Francesco avrebbe potuto ucciderla, non ci fossi stato io.
    
    A quel puntio mi scattò dentro uno spirito di vendetta che era lì da chissà quanto tempo.
    
    Doveva essere punita.
    
    MI avvicinai a lei con la scusa di aggiustarle meglio la sciarpa attorno al collo e invece gliela strinsi come fosse il guinzaglio di un cane: non strinsi troppo ovviamente, ma la stretta si faceva sentire.
    
    Tirai con forza il lembo della sciarpa verso il basso e lei ci andò dietro, quasi cadendo e guardandomi con gli occhi sbarrati non so se per il grande stupore o un po’ di paura. Tentò di protestare, ma io strinsi con più forza e fu costretta a tacere.
    
    Francesco era lì impalato che non sapeva che pesci prendere.
    
    “Ora” le dissi “rialzati in piedi e spogliati completamente”. Lei riaccennò una resistenza e provò a dire qualcosa, ma la sciarpa diventò ancora più serrata intorno alla sua ...
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