1. Tutto ebbe inizio a scuola (Parte II)


    Data: 08/06/2020, Categorie: Erotici Racconti, Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Autore: Narratore89, Fonte: RaccontiMilu

    Dopo quella serata con Marina ci si sentiva praticamente tutti i giorni… Per non essere petulante evitavo di fare troppe battute ed allusioni in quanto non avevo nessuna intenzione di perdere l’occasione di far risuccedere una seconda, terza, quarta e così via scopata, così le chiacchierate erano diventate monotematiche: lei mi confessava la solitudine che provava e la voglia di avere una storia ed io, da maschio single, le suggerivo i più classici luoghi comuni sulle storie e sulle catene che esse portano… Le giornate trascorrevano in totale normalità e nonostante la possibilità di poterla riavere, non accennavo ad una proposta d’incontro, fino a portare lei a chiedermi di vederci e infatti, dopo una settimana circa e nel mentre si chiacchierava mi fa: – Stasera hai impegni? – Dovrei uscire con gli amici ma ancora non ci si accorda… – Te la ricordi casa mia si? – Si certo… Sigaretta insieme e poi rientro che domani mi alzo presto? – Va benissimo… Vieni alle 21 da me. A dopo
    
    Che infame che ero… Non chiedevo nulla lasciando a lei l’arduo compito di organizzare tutto ma in fondo funziona così no? Sei tu che hai bisogno di me e no il contrario ed è giusto che sia tu a provvedere di soddisfare la tua voglia. Non ci sentimmo per il resto della giornata sino a quando non l’avvisai che stavo partendo da casa e che nel giro di 15 Min sarei arrivato: – Ti aspetto fuori casa… Fai presto.
    
    Che voglia che aveva… A quanto pare le era piaciuto la prima volta. Arrivato da lei, la ...
    ... vidi fuori casa e subito salí in macchina: – Ehi… Vai più su che c’è un posto tranquillo… Metto la prima e vado compiaciuto del fatto che lei avesse tutta questa voglia. Arrivati sul posto, spengo l’auto, le porgo il pacchetto, prende una sigaretta, ne prendo una io e si parla un po’. Il piano era quello di farla cuocere un po’ nel suo brodo e stavo riuscendo… Fumó nervosamente come se stesse aspettando che io dicessi o facessi qualcosa e invece io me ne restavo tranquillo nella mia postazione, a livello mentale ormai ero davvero io il padrone e lei la schiava, e la guardavo parlando di tutto tranne che di sesso. Lei era lì che aspettava una mia mossa, un mio cenno per agire, un mio “permesso”, che non è arrivato poi così tardi perché come buttai il mozzicone le slacciai la cinta che le teneva chiuso il cappotto facendo spiccare quelle sue belle zizze enormi. La guardai intensamente e lei era lì con il petto ben esposto anche se sotto la maglia ed io, dopo aver slacciato i pantaloni senza ancora aver tirato fuori l’uccello, la invito a sederci dietro… Volevo più spazio per godermela un bel po’; con il trasferimento dietro mi tirai fuori l’uccello e lei subito si chinò per prenderlo in bocca e iniziò così un bel pompino alternato tra le palle e la cappella, sapendo che la cosa mi avrebbe piaciuto parecchio e infatti gradii non poco quel suo trattamento. Con le mani tra i capelli stretti nella mia morsa, dettavo il tempo del pompino: piano, piano, forte fino in fondo, testa ...
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