1. Le sante mogli 4


    Data: 23/05/2020, Categorie: Cuckold Autore: troy2, Fonte: RaccontiMilu

    Matilde continuava a girare il telefonino tra le mani, guardando il figlio davanti a sé. Aveva lasciato che parlasse a lungo e che provasse, una volta di più, a perorare le virtù della moglie. “Ho sposato una santa, mamma! Ma tu non lo capisci. Stamattina, tornando dal mercato, siamo passati dalla piazza. Sul sagrato della Chiesa, don Flavio parlava con una parrocchiana. Milena mi ha detto di venire a casa e lei si è fermata da lui a farsi confessare. Ed era già la terza volta in questa settimana.” Aveva dovuto farsi forza per non ridergli in faccia, a quel figlio così ingenuo. Ma aveva continuato ad ascoltare, mentre pensava al momento giusto in cui tirare fuori da quel telefonino le foto che aveva fatto. Chi, meglio di lei, conosceva la sagrestia? Quante volte si era incontrata lì col vecchio don Vittorio, “confessandosi” almeno tre volte a settimana? E forse nessun altro sapeva che, nella scala che portava al campanile, c’era una fessura, all’altezza del quinto gradino; poco più di un buco, ma grande quanto basta per inquadrare la piccola sagrestia, senza essere visti. Non erano molti neanche quelli che sapevano che alla scala del campanile si accedeva sia dalla sagrestia che dal retro dell’altare. Lei, naturalmente, era una di queste e aveva guardato attentamente quasi tutta la “confessione”. L’aveva guardata spogliarsi e posare sullo schienale dell’inginocchiatoio le piccole tettine, sormontate da due capezzoli incredibilmente turgidi dall’eccitazione ed attendere, ...
    ... lingua in fuori, che don Flavio le offrisse il suo personalissimo omaggio. Aveva dovuto ammettere, da esperta qual era, che la nuora ci sapeva davvero fare. Senza mai toccare il cazzo con le mani, lo trastullava con la lingua, lo accoglieva tra le labbra, che si protendevano in avanti carnose e morbide, mentre volgeva verso il prete uno sguardo carico di devozione. E lei scattava! Aveva fatto in modo che l’apparecchio emettesse il finto rumore dell’otturatore che si chiude nell’attimo in cui cattura l’immagine. Guardava i due amanti dallo schermo del telefonino e scattava foro su foto. Mentalmente sceglieva, suo malgrado, quelle più eccitanti. Come quella dell’attimo in cui Milena si era alzata dall’inginocchiatoio e aveva posato le mani sulla spalliera, protendendo indietro il culo perfettto, sodo e tonico, offrendolo in sacrificio al prete, che lo aveva accettato, restituendole, in cambio, un godimento che lei non si curava di trattenere, sicuri come erano di esser soli. I capelli neri di lei ondeggiavano al ritmo dei colpi che don Flavio continuava ad assestarle e in una foto il suo sguardo felice trapelava tra i ciuffi mossi che le si scompigliavano sulla fronte. In un’altra, tra un buco e l’altro, per dirla così, le loro lingue si intrecciavano, mentre le mani di lui si chiudevano sui seni a coppetta di lei. Si era eccitata, cazzo: non era mai stata di pietra e guardare quei due le avevano fatto colare qualcosa tra le gambe e salire una voglia che, se non avesse avuto ...
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