Il testimone dello sposo
Data: 09/04/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: adad, Fonte: Annunci69
Erano ancora le otto del mattino e mancavano diverse ore alla cerimonia, ma Filippo su aggirava per la stanza più agitato che mai. Il vestito da sposo, con tutti gli annessi e connessi era pronto sul divanetto da un lato della stanza. Si era alzato da poco, e si sentiva tutto rintronato. Saranno anche stati i postumi dell’addio al celibato, ma c’era anche qualcos’altro a roderlo dentro.
Stava per sposarsi. Non che avesse cambiato idea, tutt’altro: amava Margherita ed era convinto del passo che stava per fare., ma…
Si sedette sul letto ancora sfatto, poggiò i gomiti sui ginocchi e si prese la testa fra le mani. Se la sentiva pulsare dolorosamente.
Un leggero bussare alla porta lo distolse dai suoi pensieri.
“Sì?”, fece.
L’uscio si socchiuse e un Armando sorridente fece capolino dallo spiraglio.
“Ehi, - disse – Buongiorno.”, ma si fece subito serio, all’espressione rabbuiata dell’amico, seduto ancora in mutande sul letto sfatto.
“Che ti succede?”, chiese preoccupato, facendosi avanti e chiudendo con cura la porta, quasi ad evitare che qualcuno fuori potesse sentire.
Armando era il suo testimone di nozze; abitava poco lontano ed era venuto ad assicurarsi che fosse tutto a posto.
“Non lo so, - rispose Filippo, alzandosi e riprendendo il suo avanti e indietro per la stanza – mi sento agitato.”
“Beh, è comprensibile, stai per sposarti!”
Filippo non rispose, seguitò a fare avanti e indietro, torcendosi le mani.
“Di’ un po’: non sarai mica ...
... pentito?”, chiese Armando con tono preoccupato.
“No”
“Quindi non hai intenzione di fare come nei film, che scappi via e lasci la sposa all’altare.”, disse in tono scherzoso.
“Ma che cazzo ti salta in mente!”, sbottò urtato Filippo.
“Calma, scherzavo. È che… e fermati un momento, ché mi fai girare la testa!”
Filippo si fermò tornando a sedersi pesantemente sul letto. Il pacco risaltava voluminoso nei suoi slip stazzonati.
“Che ti succede?”, gli chiese Armando, sedendoglisi accanto e passandogli familiarmente un braccio sulle spalle.
Del resto, erano amici da una vita, abituati a non nascondersi niente… o quasi.
Filippo fece spallucce, ma non si tolse di dosso il braccio dell’amico.
“Non lo so…”, mormorò.
“Non è che sono i postumi della sbornia? Magari se prendi un’aspirina…”
“Ma se non ho bevuto per niente, ieri sera: lo hai visto, mi sono trattenuto. Appena un paio di drink… Sono stato io a riportarti a casa con la macchina, lo hai dimenticato?”
“Comunque, devi rimetterti in sesto per la cerimonia, che mancano… – e guardò l’orologio al suo polso – Cazzo! mancano solo un paio d’ore.”
“Sì, lo so…”
“Dai, vai a farti la doccia, io ti aspetto qui. Poi ci vestiamo e andiamo in chiesa. Dai…”, e cercò di spingerlo ad alzarsi.
Ma Filippo non si mosse.
“Ok, so io quello che ti ci vuole.”, disse Armando e si alzò, ponendosi in ginocchio davanti all’amico.
“Che cazzo stai facendo?”, esclamò Filippo, mentre l’altro gli afferrava lateralmente gli ...