L'ascensore
Data: 22/05/2020,
Categorie:
Etero
Autore: Vandal, Fonte: EroticiRacconti
L’ASCENSORE
Luglio. Afa. Il ventilatore che non smuove aria tiepida neanche a pregarlo. Condizionatore rotto. Fuori, il cemento del condominio è una piastra rovente. Sembra che il cielo stia bruciando. E non solo quello.
Orologio. Devo sbrigarmi. Colloquio di lavoro. Mi lavo, mi vesto, affronto il calore. In giro nemmeno un cane. Salgo sull’auto, aria condizionata a manetta. Via, sulle strade deserte e l’umidità che accartoccia l’illusione. Semaforo rosso. Due auto in transito. La città deserta come un film sull’apocalisse.
Eccolo, il palazzone con le vetrate scure, simile ad un monolite apparso da chissà quale epoca. Trovo parcheggio all’ombra di una tettoia a due isolati di distanza. Diavolo, avrei preferito più vicino. Percorro le zone d’ombra, respiro piano. Sembra che l’ossigeno se ne sia andato in vacanza. Invidio tutti quelli che hanno svuotato la città per andarsene al mare o in montagna.
Porta a vetri, apro. Stanza un po’ meno rovente. Un tizio grasso e pelato dietro il bancone con le mostrine di una guardia di sicurezza. Mi presento e dico che ho un colloquio al quindicesimo piano: “Virgin Tapes”. Quello mi osserva bene, annuisce, ammicca.
“Ascensore. Sul corridoio gira destra e contra tre porte” ringrazio e mi avvio agli ascensori. Tipo di lavoro? Sono stati piuttosto vaghi. Cercano uomini e donne di età compresa tra i 18 e i 35 anni, prestanza fisica buona “Ma di cosa si tratta?” avevo chiesto
“Le faremo sapere dopo il colloquio” avevano ...
... risposto. Criptici e misteriosi. Spero non sia una di quelle società che coprono certi illeciti.
E si entra. Bello largo, pareti dorate, pure uno specchio. Arriva di corsa una donna. Galantemente le blocco le porte e la faccio salire. Ringrazia e si mette a fianco a me “Piano” faccio il galante esibendo uno dei miei sorrisi più carismatici
“Quindicesimo” dice lei. Non è tanto alta, porta i capelli neri a caschetto e ha una pelle liscia, quasi bianca. Gli occhi sono un netto contrasto, un bel azzurro cielo. Indossa un tayeur, con gonna fino al ginocchio e una giacchetta larga, aperta su una camicetta bianca. Potrebbe avere trent’anni. Belle forme anche.
Al settimo piano, l’ascensore ha uno scossone e si blocca “Ma cazzo” pigiò il bottone ma, nulla di che
“Questo è un bel guaio” dice la donna “Ma, si rimedia” schiaccia il pulsante della campanella.
Poco dopo, la voce metallica di un uomo, forse la guardia grassa vista poco fa “Ah, scusate il disagio. Siamo spiacenti ma, pare che l’ascensore si sia guastato”
“MA dai?” faccio sarcastico
“Può ripararlo?” chiede la donna
“Beh, non sono un meccanico. Devo chiamare qualcuno”
“Beh, si sbrighi, ho un appuntamento di lavoro tra un quarto d’ora”
“Beh, mi spiace ma, credo ci vorrà più di un quarto d’ora per far intervenire qualcuno”
“Cosa?”
“Sabato è una questione delicata. Sento se c’è qualcuno che non è andato in ferie”
“Magnifico” fa lei lasciandosi cadere contro la parete
Io, impassibile in un angolo ...