La luce in fondo al tunnel
Data: 08/05/2020,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Thefab, Fonte: Annunci69
... riuscito a prenderla come fonte di svago e arrivare fino in fondo, tante volte mi sono fermato a metà e ho pianto.
Ho pensato alle esperienze avute, all’indecenza di alcuni miei comportamenti. Questo non vorrà dire che in futuro non ne avrò altri (ve ne parlerò nei seguenti capitoli) ma intanto la sto vivendo male. Passano le settimane senza che la situazione cambi. I miei sono sempre più preoccupati, dovrei andare da uno specialista ma non c’è verso di farmi uscire di casa e né di avere una conversazione costruttiva con me. Qualche volta mia madre riesce a mettermi un piatto col mangiare davanti alla porta della camera, che prendo magari ore dopo, giusto per non morire di fame. Capita che non abbia neanche voglia di andare in bagno a fare pipì e la faccia in una bottiglia.
Il tutto dura fino ad Aprile, se non ricordo male. Mi alzo la mattina e mi sento diverso, sono stranamente in forza, sono più coraggioso, più ottimista. Ho le idee chiare. Mi masturbo con convinzione, arrivo ad un violento orgasmo. Poi esco dalla camera col pisello ancora di fuori e vado a farmi una bella doccia. Sto sotto il getto dell’acqua per almeno un’ora.
Mi lavo via i dubbi e le incertezze, le paure, i timori. Sono finalmente pronto per affrontare la situazione. Facendo un gesto che non è da me, prendo iniziativa. Chiamo il mio lui, gli telefono direttamente senza neanche contattarlo prima per messaggio. E’ felice di sentirmi, ci facciamo una bella chiacchierata e lo tranquillizzo sulla ...
... mia condizione.
“Hey, ti va se ci vediamo stasera? Vorrei parlarti?” propongo verso la fine della telefonata.
“Certo, come ci organizziamo?” mi fa lui.
“Passami a prendere per le 9:30, ci andiamo a fare una birra in tranquillità, da soli”.
E così andrà: all’orario stabilito, lui è sotto casa mia. Andiamo al pub, ordiniamo due birre. E’ un giorno in mezzo alla settimana, c’è pochissima gente e ci siamo scelti un tavolino piuttosto appartato, in modo tale da poter parlare liberamente. Gli parlo del mio periodo ma non riesco mai a dirgli che sono innamorato di lui e lui fa lo stesso. A fine serata decido di agire, la birra, sommata ai tranquillanti che ancora prendo, mi ha fatto effetto doppio e perdo il freno inibitorio. Lo devo fare mio, definitivamente.
Lui paga il conto e torniamo alla sua auto, gli domando se abbia fretta, visto che al mattino deve andare a lavorare ma mi dice che è a mia disposizione se ho voglia di fare qualcos’altro. Gli chiedo di parlare un altro po' in macchina, in un posto più tranquillo. Lo guido io, lo porto in un ampio parcheggio non troppo distante da casa mia. Qui, generalmente, vi organizzano mercati, sagre e bancarelle durante il periodo estivo, mentre nel resto dell’anno non vi è una sola anima. Spesso ci vanno i ragazzi a farsi le canne, si appartano sul lato est dove c’è una panchina.
Gli dico di parcheggiare l’auto in direzione opposta, contro una parete in retromarcia, in modo che nessuno possa arrivarci alle spalle e, allo ...