1. Così, iniziò con un gioco troppo aud


    Data: 08/04/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: BelMoroItaliano, Fonte: xHamster

    ... deciso a non dargliela vinta, finchè Pan cedette. Gettai il giacchino sul sedile dell’auto e chiusi. “spero che il ristorante non sia molto lontano,mi sento nuda”. Quando le dissi che avremmo dovuto prendere anche un taxi ebbe un moto di stizza. Voleva ritornare a casa. “Io vado a cena tu fai come vuoi” mi girai e mi avviai lungo la strada. Mi raggiunse subito, anche perché un paio di ragazzotti si erano fermati a guardare la scena o meglio ad ammirare la mise di Pan. “sei uno stronzo, hai visto quelli come mi hanno guardata” disse tirandosi la gonna per l’orlo verso il basso. Mentre noi camminavamo i due dietro ci seguivano ammirando lo spettacolo che Pan sta offrendo. “Sono ancora li dietro – mi disse stingendomi il braccio – che hanno da guardare, si vede qualcosa?”. La lasciai e le chiesi di camminare davanti a me sola”sei ammattito vero?”
    
    Le risposi che era l’unico modo per vedere se stava dando spettacolo. Le dissi che non avrebbe dovuto preoccuparsi, quando invece la gonna ad ogni passo lasciava in mostra il filo delle calze ed il culo sotto il bianco del vestito si modellava quasi come se non avesse indosso nulla. Arrivammo al parcheggio dei taxi. Anche lo sguardo del taxista sembrava esprimere lo stesso parere. Il suo finalmente era solo il segno del suo disagio.Salita sul taxi lei stirò verso il basso il bordo della gonna che si era arricciato scoprendo il bordo delle calze . Mi chiese di ritornare , ora si vergognava di essere uscita così e si sentiva nuda. Di ...
    ... fatto sotto l’abito indossava solo un minuscolo perizoma. Furtivamente senza che il taxista si accorgesse di nulla, vincendo una minima resistenza, le infilai la mano sotto la gonna, sfiorando le calze e poi le cosce nude fino sulla stoffa del perizoma. La sentii forse ancora più calda ed eccitata; Pan strinse le gambe “..non ora..” . Eravamo quasi davanti al ristorante. Mi chiese di nuovo di tornare. Il taxista ci indicò la fine della corsa. Scesi. Aprii la portiera a Pan e le porsi la mano per scendere. Scese dal taxi non riuscendo a trattenere l’orlo della gonna che le scoprì le cosce nude sopra il pizzo delle calze esponendosi allo sguardo indiscreto del taxista. Entrammo nel ristorante; attraversò il salone; i suoi tacchi a spillo valorizzavano le gambe generosamente scoperte dalla minigonna ed il culo ondeggiava facendo voltare molti avventori; schiena scoperta e tette straboccanti ed i laccetti del reggicalze che si disegnavano sotto il vestito la rendevano sexy e desiderabile. Alcuni sorrisettidegli avventori. La vidi arrossire. Alla luce interna mi sembrò decisamente volgare e chi la guardava forse immaginava che potesse essere solo una puttana. Mi sentii in colpa, forse avevo esagerato. Sedendosi il suo imbarazzo crebbe accorgendosi di non poter evitare alla gonna di risalire e lasciare ben intravedere il bordo delle calze; cercò di coprirsi con la tovaglia ma non fu sufficiente per cui usò un tovagliolo aperto sulle ginocchia. In un tavolo di fronte c’era un gruppo ...
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