1. Come sodomizzo la cognata


    Data: 26/04/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Amotuttodime, Fonte: Annunci69

    ... nell’ano.
    
    Glielo sbattè dentro con forza, gridando di piacere folle, felice di violare una zona mai toccata nè usata. Enrica stava piangendo per il dolore, e intanto cercava di controllare lo sfintere; i suoi muscoli anali dovevano lottare contro la forza di Luigi, che in breve ebbe la meglio e la abuso' laddove nessuno mai aveva osato penetrare. Un dolore devastante le si diffuse nel canale allargato e torturato, Enrica si sentì svenire, cercò di rilasciare, di allentare i muscoli, non potendo impedire a lui di fare quello che aveva progettato.
    
    "Deve essere terribilmente doloroso, vero dolcezza? ", le mormorò vicino all’orecchio, e aggiunse: " vedrai che tra poco non ne potrai fare a meno!!".
    
    Spinse ancora e inserì altri cinque centimetri del pene finto, arrivando quasi al secondo fascio di muscoli anali che collegano il retto al colon e all’intestino cieco.
    
    " E' talmente allargato, è incredibile!", commentò Luigi guardandole il buchetto oscenamente dilatato e continuando a forzarla, come se eseguisse un esperimento fisiologico, non un atto di terrore e di sadismo. Guardò in su verso la faccia di lei e le disse: "Fa male, dolcezza? … Si, fa male!!. Lo vedo dalla tua faccia. Scommetto che in questo momento vorresti morire vero? Ti senti scoppiare la pancia, è così? Ti senti allargare il culo… ", e detto ciò allungò una mano e grattò con le unghie la superficie pulsante del suo clitoride.
    
    L’atto le strappò un altro grido di dolore; le unghie incidevano, ...
    ... ferivano come lo strumento infernale che aveva dietro. Rabbrividì e chiuse gli occhi.
    
    Lui sganciò le strisce di stoffa che tenevano fermo il bavaglio e liberò la bocca di Enrica da quel tappo fastidioso. Lei sentì dolore alle mascelle, la lingua gonfia e infiammata, la bocca arida, impastata. Ansimò, tremò, incapace di parlare anche se ora non aveva più il bavaglio. Luigi, guardandola con disprezzo, mormorò: "non ti piace tanto, vero dolcezza?"
    
    Enrica non sopportava quelle frasi irridenti che lui le mormorava, non meno di quel fallo sproporzionato zeppato nel suo ano infiammato e dolorante.
    
    "Scommetto che ne preferiresti uno vero, Enrica!", dichiarò l’uomo e, senza una pausa nel ritmo, tirò via bruscamente il grosso arnese di tortura. A lei parve che col pene finto le portasse via anche l'ano. Boccheggiò, gli occhi le si riempirono di lacrime, ma appena le pareti del canale si furono riunite, non più tese e infiammate dall’oggetto degradante, Luigi si affrettò a togliersi i pantaloni. "Oh Dio, no, no!" gridò d’un tratto lei, ritrovando la voce. Il solo pensiero di essere brutalmente violentata da lui bastò a stravolgerle giudizio e ragione. Si mise a gridare e le sue furono grida di terrore e di panico, rauchi gorgoglii, suoni gutturali. Ma la stanza era come una tomba, una cripta.
    
    Le sue grida frenetiche non andarono da nessuna parte, ma tornarono nelle sue orecchie, nella sua testa. Continuò a gridare, ma nessuno la udì, nessuno venne in suo aiuto.
    
    Vide Luigi ...
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