Luisa
Data: 08/04/2020,
Categorie:
Anale
Feticismo
Hardcore,
Autore: andreaeffe77, Fonte: xHamster
"Lei ammirava la mia apertura mentale, anche se non condivideva il mio modo un po' troppo libertino di intendere i rapporti sessuali..."
Mia cugina Luisa è una gran bella donna, che ha quasi quaranta anni. Da molti anni avevamo l'abitudine di uscire insieme per fare lunghe passeggiate durante le quali parlavamo di tutto. Qualche volta ci è capitato di parlare di sesso e l'ho scoperta ingenua e curiosa al tempo stesso. Lei ammirava la mia apertura mentale, anche se non condivideva il mio modo un po’ troppo libertino di intendere i rapporti sessuali. In fondo sapevo che quello che lei non voleva ammettere era di essere giudicata da me, più piccolo di lei, come una donna di facili costumi, ma da come mi parlava in certi momenti, sentivo che aveva una serie di desideri insoddisfatti. Sapevo anche che provava per me una certa attrazione, dal modo in cui mi si rivolgeva, e da espliciti apprezzamenti.
Una volta capitò che lei mi passasse a trovare senza preavviso. Ero appena uscito dalla doccia e indossavo ancora l'accappatoio rosso porpora bagnato. Mi piaceva molto vedere la reazione che provocavo nelle donne che mi sapevano nudo sotto l'involucro di spugna. Decisi di provare anche con lei. Ci sedemmo sul divano ed io, che avevo lasciato la cinta dell'accappatoio un po’ troppo allentata, mi adoperavo in tutti i modi per lasciare ampie “visuali” a quella che in quel momento non vedevo più come mia cugina ma come una bella figa qualsiasi. Lei faceva finta di niente, anche ...
... se la notavo abbastanza tesa e faceva di tutto per dissimulare il suo evidente imbarazzo.
Tuttavia, ebbi la prova che la cosa non la infastidiva perché continuava a parlare degli argomenti più disparati. A un certo punto disse: “se ti muovi un altro po’ rimani nudo!”. Questa affermazione mi lasciò un po’ sorpreso; non pensavo di essermi spinto fino a quel punto. Divenuto improvvisamente rosso, iniziai a farfugliare delle scuse, che il mio ruolo mi imponeva, ma fu lei a fermarmi. “No, puoi anche togliertelo proprio, se vuoi. ” Con il sangue alla testa, mi sfilai quello stupido filtro e rimasi nudo, con il cazzo che mi era arrivato fino all'ombelico. Lei mi continuava a squadrare sorridendo, ancora vestita. Quel giorno indossava un vestitino corto, le sue cosce, belle e affusolate, venivano fuori abbondantemente dalla gonna. Continuava a parlarmi delle cose più disparate, dall'ultimo film visto al prossimo viaggio, e nel frattempo fissava il suo sguardo sul mio cazzo dolorante dall'eccitazione. Mi stava facendo morire, la troia. Poi, d'un tratto, mi chiese se avevo qualcosa di forte, un superalcolico o una canna. Ma come, le risposi, tu non bevi e non fumi! Mi disse che in quel momento ne aveva bisogno. Senza fiatare, mi diressi verso la cucina e presi una bottiglia di gin.
Al mio ritorno, la vidi con la gonna sollevata e con una mano che si agitava furiosamente nelle mutande. La sua espressione aveva iniziato a cambiare. Non più la donna controllata e affettuosa che ...