La Caduta. Atto Quarto. Della decisione di Septimo, dell’elezione di Serena Prima a Comes Imperatoris e di ciò che seguì.
Data: 29/03/2020,
Categorie:
Erotici Racconti,
Dominazione / BDSM
Racconti Erotici,
Etero
Lesbo
Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu
... un valore ormai quasi più simbolico che altro. Ed era già stata svalutata, al punto tale che oramai nessuno la accettava quasi più. -Accetto.-, disse sedendosi. Aprì il tabellone, sistemarono le pedine sulle colonne di partenza e presero i bussolotti con i dadi, tirando per chi iniziasse.
Amsio Calus era un uomo paziente e circospetto. Si avvicinò al Tempio della Dea Madre con calma. Le guardie lo riconobbero. Era un fervido credente e non era insolito che si recasse a pregare per una grazia. Ma, da quando il fuoco sacro si era spento, nessuno aveva più visto l’ammiraglio recarsi là. Tuttavia, forse era solo stato impegnato. Le guardie lo fecero passare.
Amsio entrò nel vestibolo del Tempio. L’edificio, di pianta rettangolare era composto dal Vestibolo, dal Templum vero e proprio e dalla Camera del Fuoco Sacro. Inoltre c’erano gli alloggi per le sacerdotesse e per le guardie, tutte rigorosamente donne. Da quando il fuoco si era spento, nel Tempio era piombato un silenzio opprimente, ammantato di disperata volontà di espiazione, di colpa mai redenta, di dannazione. Calus osservò i fregi e i bassorilievi dell’Impero. Guardò le leggende della nascita dell’universo, ammirò per un breve istante l’elenco apparentemente infinito di sacerdotesse della Dea che erano vissute ed erano morte tra quelle mura, nomi vergati su carta pergamena fabbricata secondo metodi ancestrali. Mormorò una supplica alla Dea, pregando nel suo cuore che la divinità potesse ascoltarlo, almeno ...
... ascoltarlo, se non assolverlo per ciò che stava per fare. Inginocchiato nel vestibolo, il freddo pavimento in marmo contro le ginocchia, chino con i palmi delle mani appoggiati al pavimento e il capo teso verso terra, pregava. Ma solo il silenzio rispose. Un silenzio che lo avvolse, nullificando la sua pretesa vana. -Dei…-, sussurrò, supplice, -Vi prego…-. -Nessun dio risponderà, Calus.-, rispose una voce di donna. L’uomo si alzò, senza fretta. -Eria.-, disse a mo’ di saluto. La donna annuì, giovane e atletica, avvolta in vesti nere, vesti da lutto, da espiazione, -Le divinità potranno essere irraggiungibili ma gli uomini rimangono mortali e come tali bisognosi di guida.-, disse l’uomo. -Non è guida che riceveremmo dagli Dei. Essi sono ormai lontani dall’Impero.-, rispose lei. -Si sa qualcosa della reliquia che Socrax diede a quel suo studente?-, chiese lui. -Il Coltello della Fondatrice. La prima vera arma dei Cimanei, e l’ultima reliquia del nostro passato. Ora è lontana dalla nostra presenza.-, rispose la donna, avvolta nel cappuccio e nel manto che ne dissimulava viso e forma. -Quella lama è uno dei tre simboli dell’Impero. Il Bracciale di Janus fu perso durante il sacco di Roma da parte di Septimo e l’Arma della Vacuità fu fusa ben prima, dai primi Imperator, in dimenticanza del suo significato. I pugnali di Maghera invece sono tornati in Kelreas con la loro proprietaria.-, disse l’uomo. -Sì. Quella reliquia è tutto ciò che rimane di noi, del nostro passato. Un uomo che possa ...