1. Treno di notte per madrid


    Data: 22/03/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: rasss, Fonte: Annunci69

    TRENO DI NOTTE PER MADRID
    
    La cuccetta era davvero stretta, buia e soprattutto calda. Il volo soppresso all’improvviso per Madrid mi stava costando un viaggio internazionale in treno della durata di 24 ore.
    
    L’unica fortuna era che, almeno, nello scomparto eravamo solo in due: io – ovviamente – e un ragazzo più o meno della mia età.
    
    Lui era un bel tipo; un hipster di colore, magro, capelli corti e barba folta, abbastanza alto e molto tonico. Pensai che non doveva essere un gran conversatore visto che, per tutta serata, aveva letto ininterrottamente un romanzo senza mai distogliere lo sguardo dal libro. Comunque non tentati di intraprendere alcuna conversazione. Pensai che forse gli stavo semplicemente sul cazzo per idiosincrasia somatica.
    
    Dopo un po’ di conversazione via whatsapp con mia moglie, spensi il cellulare, dissi buonanotte e mi girai di spalle nella speranza di riuscire almeno a dormire dopo quella giornata infernale in cui dall’aeroporto mi ero dovuto scapicollare in stazione per prendere l’ultimo treno della sera per Madrid e raggiungere il mio capo per lavoro.
    
    Il ragazzo mi augurò buonanotte e lo scomparto si riempì di buio e silenzio.
    
    Il finestrino leggermente aperto regalava un po’ di frescura al mio torso nudo. Il lenzuolo mi copriva fino alla cintola. Il rumore ricorsivo del treno e il dondolio del suo incedere iniziava a conciliarmi il sonno.
    
    Tutto d’un tratto il ragazzo rompendo quel velo di silenzio mi chiede “ti dà fastidio se mi ...
    ... faccio una sega?”.
    
    Che cazzo di domanda è? – pensai tra me e me. Certo che si, avrei voluto rispondergli. Ma dalla mia bocca uscirono altre parole. “Ma no – dissi – fai pure, non c’è problema”.
    
    “Grazie”, mi rispose. “Sei molto gentile. Se ti va, puoi guardare”.
    
    “Preferisco di no, non sono gay”.
    
    “Non devi essere gay per guardare. Magari è solo un bello spettacolo che ti piace e basta”.
    
    Mentre, con inaspettata loquacità, parlavamo, lui scostò il lenzuolo e lasciò svettare un cazzo che per dimensioni era simile ad una bottiglia d’acqua da mezzo litro: enorme.
    
    Quel palo di carne nera era già bello in tiro. Dopo averlo scappellato, iniziò a ungere la cappella con la propria saliva che prelevava copiosa con la mano dalla sua bocca carnosa.
    
    “Lo faccio per farlo scappellare meglio” – disse senza che io gli facessi nessuna domanda. “E poi mi piace sentire vederlo sporco di saliva mentre mi sego. Così immagino che sia quella lasciata dopo un pompino”.
    
    Mentre parlava non smetteva di tenersi il bastone con la mano destra, mentre con la sinistra si accarezzava il pube e le palle.
    
    “Se ti va puoi succhiarlo” – mi incitò.
    
    “Ti ho già detto che non sono gay”, replicai.
    
    “Ma che vuol dire?! Se non hai mai assaggiato una cosa da mangiare, non signfica che non sia buona o che non possa piacerti”.
    
    Il discorso in effetti non faceva una piega, e mentre cercavo di trovare in me degli argomenti raziocinanti per controbattere, sentivo sempre più una strana e inaspettata ...
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