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Il fantino
Data: 17/03/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: archer81, Fonte: Annunci69
Negli ultimi tempi al fine di recuperare la forma perduto con i lunghi mesi chiusi in casa per causa di forza maggiore ad oziare e a mangiare, avevo ripreso a correre, dapprima con estrema fatica, poi con qualche soddisfazione riuscendo a mantenere ritmi discreti e aumentando sempre più la lunghezza del percorso dei miei allenamenti. Nei pressi di casa c’è un enorme zona verde, un polmone naturale con zone destinate ad aree ricreative ed altre zone meno colonizzate dall’uomo dove ci si può addentrare nella zona boschiva su sentieri ben tenuti correndo tra piccoli boschi, ampie radure e zone destinate a maggese. Da qualche settimana, avendo allungato il mio percorso mi imbattevo in una parte del parco in cui era frequente incrociare persone a cavallo che facevano qualche escursione dal vicino maneggio ed avevo imparato a riconoscere alcuni che con cadenze prestabilite si allenavano a dorso di stupendi cavalli. Tra questi vi era un ragazzo che divenne presto per me “Il Fantino” e che incrociavo praticamente sempre durante i miei allenamenti e che riusciva a catalizzare la mia attenzione grazie al portamento e all’eleganza che lo contraddistingueva nel cavalcare. I nostri incontri duravano pochi minuti, il tempo necessario affinchè io avvicinandomi di corsa all’ampio spazio erboso incrociassi e superassi il fantino di cui avevo imparato a riconoscere a distanza la figura. Brevi istanti che mi avevano fatto idealizzare questa persona e che ogni volta mi distraevano ...
... dal mio allenamento allentando la concentrazione, assorto come ero nel contemplare la figura del ragazzo. Finchè un giorno, troppo assorto ad ammirare il fantino, non mi accorsi di radici sporgenti di un enorme albero secolare ed inciampai ruzzolando a terra e sbattendo la testa contro l’enorme tronco della pianta. Il colpo mi portò a perdere i sensi per qualche istante e quando ripresi coscienza ero sdraiato a terra all’ombra dell’albero con qualcuno chino su di me; misi lentamente a fuoco e riconobbi subito il viso del mio soccorritore: era il fantino. Non avrei mai potuto non riconoscere il suo viso leggermente abbronzato incastonato tra i suoi capelli corti e brizzolati che si fondevano con la corta barba curata che incorniciava il suo sorriso bianchissimo. Mi chiese come mi sentissi dicendomi di rimanere sdraiato ancora un po’ per riprendere bene i sensi prima di rialzami e non sentendo ragioni di fronte alla mia cocciuta volontà di minimizzare quanto occorso. In effetti mi doleva la caviglia e difficilmente sarei riuscito a tornare a casa in maniera autonoma e mi vidi quindi costretto ad accettare il suo aiuto nel momento in cui alzatomi in piedi facevo fatica a poggiare a terra il piede destro. A nulla valsero le mie proteste quando decise che mi avrebbe fatto montare sul suo cavallo mentre lui a piedi lo teneva per le briglie in modo da portarmi all’infermeria del maneggio dove, una volta giunti, mi fece sdraiare su un lettino. Avere accanto quel ...