Il sotterraneo
Data: 14/02/2020,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Nobody72, Fonte: Annunci69
Il Padrone aprì la vecchia porta di legno, e Clara vide all’interno il preludio di ciò che l’aspettava.
Una scala di pietra con i gradini consumati dal tempo, scendeva verso l’ignoto, ogni 5 gradini c’era una piccola candela rossa accesa, sembrava la discesa verso l’inferno, la perdizione… ma anche verso il paradiso.
“Entra” disse lui, il tono del Padrone non ammetteva repliche, Clara mise il piede sul primo gradino, esitò, pensando a ciò che l’aspettava, poi, con movimenti lenti e circospetti, iniziò la discesa.
Il botto della porta contro lo stipite fu come il sigillo della sua condanna, una condanna fatta di umiliazione e di piacere, Clara si voltò, giusto in tempo per vedere il Padrone che chiudeva un pesante chiavistello di ferro, e vi apponeva un lucchetto.
Serrando in lucchetto il Padrone si voltò verso di lei, regalandole un sorriso maligno come a voler intendere “Adesso non puoi più tornare indietro”
Il cuore cominciò a batterle forte, alla fine della scala c’era una stanza buia col pavimento di terra battuta, le alte mura di pietra dei sotterranei del vecchio castello e un’altra porta chiusa dinnanzi a chissà quali altre paure
“apri la porta” le intimò il Padrone e Clara ubbidì.
Era una piccola segreta medievale, usata per chissà quali tristi e ingiuste carcerazioni nei secoli bui, quando il maniero era giovane.
Un giaciglio in pietra, una sola candela in un angolo del pavimento. Due corde munite di piccolo cappio penzolavano dal ...
... soffitto, appese a due occhielli arrugginiti. Il Padrone la osservava a braccia conserte.
“Spogliati”
Clara si tolse il vestito nero aderente che il Padrone le aveva ordinato di indossare prima dell’incontro.
“Togliti tutto, resta in perizoma e stivali” ordinò lui.
Clara Obbedì.
Sentiva il freddo che la avvolgeva, ma il calore che cominciava a salirle tra le cosce la protesse.
Clara indugiò “Senti, io non sono più tanto sicura…”
Non fece in tempo a finire la frase, perché il ceffone del Padrone gliela strappò dalla bocca. Lui la prese per i capelli, avvicinando i due visi: “senti troietta, non sono sceso nella mia camera dei giochi per sentire le lamentele di una stronza indecisa”
Il Padrone le abbassò la testa, e con la mano libera prese a sculacciarla con una forza inaudita.
Clara mugolò, pianse, mentre il Padrone le urlava tra un colpo e l’altro
“Chi è il tuo Padrone, troia?”
“Tu! TU! PIETA’!!!” era la sua puntuale risposta.
Il calore delle sue natiche percosse si unì a quello della sua figa ormai fradicia, risalì per la spina dorsale, diventò fuoco quando il Padrone le prese le braccia e gliele unì dietro la schiena per tenerle i polsi con una mano sola, mentre con l’altra finiva di dissacrare le sue chiappe ormai rosse di dolore e vergogna.
“Bene, vedo che cominci a capire. E chi è la mia schiava cagna e sottomessa?”
“Io, IO PADRONE!”
L’ammissione di sottomissione pose fine alla punizione e inizio al vero gioco.
“Alzati” impose ...