1. La tristezza mi soffocava


    Data: 25/01/2020, Categorie: Racconti 69, Racconti Erotici, Etero Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    La voglia era grande, dato che la nostalgia e il rimpianto mi sfiniva in conclusione stroncandomi irrimediabilmente le membra. Io t’immaginavo passeggiare per le Ramblas di Barcellona, guardare incredulo e meravigliato la follia ideativa della Sagrada Familia di Gaudì, riposarti ascoltando musica al Pueblo, ammirare la cattedrale gotica e sorridere ai tuoi studenti dicendo: ‘Vamos a tapinar’. In quell’esatto istante, ripercorrevo mentalmente i luoghi visitati e mi pareva di rivederli con te, riaccesi e rivissuti dalla fantasia che s’incanalava nei meandri della mente.
    
    In questo momento stiamo camminando lentamente tenendoci per mano, guardando curiosi le costruzioni, i monumenti, i passanti e i tavolini dei caff&egrave. A tratti volgi gli occhi verso di me e sorridi, visto che il tuo viso &egrave radioso, mentre io mi sento galleggiare leggera nel tuo sguardo. Dopo ci sediamo davanti al bancone d’un bar e beviamo la sangria, osserviamo il desiderio degli occhi, mentre le nostre dita si toccano nel brindisi, tu mi sfiori le spalle con una mano, m’attiri piano verso di te, mi trascini nel tuo universo mentale dicendomi ti amo.
    
    Le labbra s’uniscono, le lingue si cercano, la distanza tra i nostri corpi scompare e t’avvolgo nel mio profumo di rosa, mentre a mia volta avverto il sentore del tuo dopobarba. La tua voce calorosa con quella cadenza appassionata particolare m’affascina mandandomi in visibilio, perché mi sussurra nell’orecchio le parole della tua voglia, ...
    ... quelle che mi piacciono tanto, che vorrei sentirmi dire in ogni momento, perché m’infiammano svisceratamente facendomi perdere la testa. Qualcuno ci guarda, allora ci alziamo e usciamo tenendoci allacciati per la vita, adesso dobbiamo tornare subito in albergo, senza perdere tempo, perché non possiamo far aspettare ancora i nostri corpi pronti per l’amore. In ascensore le tue mani mi scorrono sul collo, sul seno e sui fianchi, nel tempo in cui mi riferisci:
    
    ‘Sei bellissima, sei una meraviglia, t’adoro’.
    
    Con fatica infili la chiave nella serratura, le tue mani tremano, mentre io ti sto già slacciando la cintura dei calzoni. Appena siamo dentro tu richiudi la porta con un calcio e mi spingi contro il muro, giacché le tue le mani protese sono sui miei seni. Io sollevo le braccia e tu mi sfili il bustino aderente, poi affondi le dita dentro il reggipetto di pizzo e lo spingi sotto i seni rigonfi facendoli apparire, io nel frattempo ti libero dei calzoni e degli slip facendoteli scivolare dai fianchi fino ai piedi, tu scalci via le scarpe e ti strappi velocemente le calze, spalanchi la bocca sui miei seni e li baci forsennatamente massaggiandomeli con i palmi aperti. Io gemo cercando con le mani il tuo cazzo, la mano sinistra raccoglie e accarezza i testicoli, mentre quella destra impugna il tuo cazzo duro come una pietra, tu mi sganci il reggiseno che cade a terra e mi slacci la gonna che scivola giù, adesso sono senza slip, ignuda, libera e sguarnita in tuo totale ...
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