Vicino Perverso - Epilogo
Data: 21/01/2020,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Isaia, Fonte: EroticiRacconti
... ciotola appoggiata in un angolo della stanza. Sì, quella fu una delle prime novità introdotte da Lorenzo “La cagna non ha il diritto di mangiare a tavola con i suoi padroni”, questo quello che mi disse.
Alla risposta affermativa di Lorenzo, quell’anatra odiosa scoppiò in una nuova crisi di risatine isteriche ed eccessivamente ostentate. Lo faceva per deridermi e ci stava riuscendo benissimo.
Dio come odiavo quella voce.
“Bene, adesso che abbiamo finito le presentazioni… è arrivato il momento di giocare” disse Lorenzo prendendo Sara per un fianco. Nel vedere quella scena mi sentii sollevata, mi dissi che, per una volta, non sarei stata io ad essere scopata.
Che povera illusa che ero.
Il sollievo durò meno di un istante. “Posso portarla io?!” chiese Sara afferrandomi per il guinzaglio. Lorenzo acconsentì benevolo e così fui portata a “spasso” da quella stupida troietta diciottenne che se la rideva sguaiatamente sotto i baffi. Gli occhi mi si arrossarono dal nervoso.
Giunti in camera, mi fecero accomodare a bordo letto in ginocchio con l’ordine perentorio di guardare.
I due si spogliarono e dopo qualche breve preliminare, iniziarono a farlo.
Mi accorsi subito che Lorenzo non si stava impegnando più di tanto o, almeno, non si impegnava come faceva con me. Nonostante ciò, quell’oca strepitava e gemeva come una matta.
“Che stupida cretina” pensavo tra me mentre lei, messa alla cow girl, saltellava su mio figlio. “Non è così che si fa… devi dare dei ...
... colpi secchi quando scendi e devi essere rapida a risalire” pensavo indignata mentre vedevo quella incapace darsi da fare. I miei occhi la guardavano indignati mentre pensavo “Devi inarcare di più la schiena… Lorenzo vuole sentirla tutta la fica… no non così.. e poi che sono questi versi? Non sei capace neanche a godere? A Lorenzo piace sentire la donna lamentarsi, i tuoi versi di piacere devono essere più lagnosi!”. Era più forte di me, non riuscivo a fare questi pensieri e non mi rendevo conto di essere diventata improvviso gelosa di quella stupida troietta. Né tantomeno mi rendevo conto che l’espressione sul mio volto non aveva bisogno di parole.
Mi accorsi che Lorenzo mi stava guardando, probabilmente aveva iniziato ad osservarmi nello stesso momento in cui aveva iniziato a scoparsi quella sciacquetta e capii che il vero spettacolo, per lui, ero io. Capii che se la stava scopando solo per mettermi alla prova e vedere l’espressione sul mio volto gli procurò una soddisfazione considerevole.
Raggiunse l’orgasmo dentro di lei, poi la scansò dimostrando quanto poco gliene fregasse di lei e mi fece segno di avvicinarmi. “Pulisci” mi ordinò.
Tanto era la pressione psicologica che mi era stata imposta che mi sentii per davvero come una cagna che veniva sguinzagliata. Con foga strisciai a quattro zampe sul letto e presi in bocca l’attrezzo di mio figlio ancora semiduro. Iniziai a leccarlo dal basso verso l’alto, percorrendo l’asta con la lingua e ripulendolo dai residui di ...