La visita dalla dottoressa (parte prima)
Data: 17/01/2020,
Categorie:
Feticismo
Autore: Aiwendil, Fonte: xHamster
... di controllo. Venivano citate, per ordine, le seguenti diciture: "1) valutazioni di routine; 2) checkup ortopedico; 3) esami posturologici vari; 4) Valutazioni ecografiche; 5) eventuali approfondimenti. Tutto li. Avevo sentito dire che durante certe visite ortopediche bisogna rimanere in intimo e la cosa mi eccitava parecchio! Per la verità i miei primi pensieri turgidi andarono proprio al "checkup ortopedico", pensando che avrei mostrato il mio corpo con le sole mutandine ben riempite e magari una leggera magliettina intima, tale da far ben vedere le mie fogge ercoline...
Anche il terzo punto mi eccitò non poco: un controllo posturologico può essere umiliante, pensavo. Magari mi farà assumere diverse posizioni, dalle più ordinarie alle più eccitanti...toccherà il mio corpo, le mie articolazioni, la mia carne...chissà! A quel punto, però, quel che non ero ancora in grado di decifrare era l'inquadrare la dottoressa che mi avrebbe visitato! Sarà stata giovane e carina? Pignola e minuziosa? Severa ed austera? O sorridente e alla mano con un bel ventottenne da esaminare? Era ancora presto per rispondere ed il 16 settembre stava arrivando! Cercai di tenere a bada le mie eccitazioni durante tutto il giorno e la serata, ma fu inutile: la notte non dormii e si palesarono nella mia mente notturna vividi sogni molto agitati. Sognai perfino quella vecchia visita ai tempi della scuola, rivivendola, dietro le tende della notte, come più eccitante e maliziosa ed insieme a quella mia ...
... compagna, la quale stavolta mi osservava con le mutande gonfie mentre una fittizia dottoressa mi visitava...
Passarono i giorni e le notti, queste ultime caratterizzate dalla solita frenesia di sapere, nell'inconscio dei sogni, cosa mai mi avrebbe regalato quell'esperienza! Così, inevitabilmente, il 16 settembre arrivò. Mi sentivo stanco, forse troppi pensieri e troppi rimuginii, i quali adesso non avrebbero più avuto senso: stavo andando a quelle visite. Mi vestii abbastanza casual, faceva freddo e misi indosso un giubbotto più pesante. Uscii di casa e dopo 10 minuti di cammino finalmente arrivai. Mi chiesi se avessi avuto tutta la documentazione con me e se non avessi fatto una levataccia inutilmente. Era tutto ok. Mi sedetti e la segretaria dell'altro giorno (quella che mi aveva intimato di non pisciare a casa) mi salutò col suo solito sorrisetto "atipico" e un po' malizioso. Ero teso e sentivo ogni tanto la stoffa delle mutande tendersi ed irrigidirsi rapidamente, per poi distendersi nuovamente in contrasto con altri pensieri.
Ricordo che stavo pensando a quel foglio, un ultimo tentativo di decifrare una imminente realtà ancora per poco indecifrabile; finchè, d'un tratto, non sentii una voce femminile ben scandita e perentoria pronunciare il mio nome: il momento era arrivato.
Entrai nell'ambulatorio. La dottoressa era una quarantenne in carne ma non troppo, ben curata nell'aspetto e con degli occhiali a montatura non troppo grossa, occhi scuri, unghie ben curate e ...