1. Colto sul fatto – Parte Seconda


    Data: 25/03/2018, Categorie: Erotici Racconti, Autoerotismo Autore: Claudio78, Fonte: RaccontiMilu

    ... problema… è una fonte di stimolo per me”. In realtà Sonia non era esattamente “bella”, anche se per qualcuno sicuramente poteva esserlo. Ma in quel momento l’aspetto esteriore non contava, stavo partendo (o forse ero già partito) con la mente. E la cosa era ancora più eccitante. Decisi di calare le carte, ma di farlo a modo mio. “Non sai quanto ti ringrazio sia per la tua discrezione sia per la tua disponibilità, ma è meglio che io smetta perché questa situazione mi sta iniziando a piacere troppo”. Volevo capire quale fosse la sua posizione in quel gioco. Era neutrale o voleva farne parte? Dovevo saperlo. “Perché vuoi smettere? Non per colpa mia spero! Te l’ho detto, io lasci che mio marito si seghi perché so che lo fas fogare e poi a volte credo che un uomo abbia voglia di farlo a prescindere dalla voglia che ha di fare l’amore con sua moglie”. “Non è colpa tua, non hai capito. Il tuo comportamento mi rende le cose molto più facili ma so che se continuo poi… beh, quando un uomo perde la testa può non riuscire a restare molto educato”. Sonia appoggiò il sedere al ripiano alle sue spalle e si sfilò i guanti da lavoro, per incrociare le braccia sul petto. Sorrise. “Siete tutti uguali voi uomini, fate gli spavaldi, vi mettete in testa uno schema ma poi appena questo salta non sapete più che fare”. “Guarda che per me non è un problema continuare, ma sai, dopo un po’ che uno lo fa…” “Lo so benissimo cosa succede se è per questo”. OK, era il caso di scoprire le carte. Restando ...
    ... davanti a lei lo impugnai nuovamente e decisi di rischiare iniziando a muovere la mano su e giù. “Vedi che non è un problema? Anzi, se davvero non è un problema per te e se rimane tra noi… vorrei che guardassi”. Calò il silenzio tra noi e per un attimo temetti di aver fatto un errore. Poi lei abbasso le mani, non più incrociate a mo’ di finto rimprovero, ma appoggiate sul ripiano ai lati dei fianchi. Feci un passo verso di lei continuando a menarmelo ed il sorriso di lei mi spinse a fare un altro passo finché ci trovammo vicini, distanziati solo da un pezzo di carne duro che stava sfiorando la sua coscia. “Per questo avrei dovuto smettere”, le dissi. “Hai fatto bene a non farlo”, replicò lei in un sussurro allungando la mano sul mio cazzo ed iniziando a massaggiarlo lentamente. Ebbi un attimo di cedimento alle ginocchia grazie alla sensazione della sua mano che mi segava, ma mi ripresi immediatamente. La lasciai prendere il ritmo con convinzione, poi allungai la mano per sollevare la sua maglietta e dopo poco mi trovai a posarla sul tessuto del suo reggiseno. Palpai con movimenti circolari il suo seno sinistro per qualche secondo poi afferrai la maglietta da entrambi i lati e feci il gesto di volergliela togliere. Quando lei mollò la presa lasciando il cazzo al suo destino mi resi conto di aver fatto male i calcoli; ma una volta rivelato interamente il suo reggiseno nero fu bellissimo essere nuovamente accolto tra le sue dita. Il ritmo della sega stava salendo, evidentemente la ...