1. shedog in ropes


    Data: 15/12/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: SadicRigger, Fonte: RaccontiMilu

    ... il volto in muso, sono di nuovo al suo fianco.
    
    “Seduta” mentre la mano che non conduce si posa sulla maniglia della porta finestra.
    
    Gli occhi sopra la museruola mi guardano, leggo una supplica di clemenza. Ancora valuto se concederla o meno mentre apro, l’aria di primavera inoltrata &egrave fresca sui corpi nudi. L’erba solletica i miei piedi, poi le sue mani e le sue ginocchia. Pochi passi prima di fermarmi. Non &egrave ancora a suo agio, non soddisferà l’ordine che volevo impartire, non riuscirebbe. Raccolgo un’oggetto sferico, lo pulisco con l’acqua corrente del giardino e torno da lei. Lei rimasta immobile. Toglierle la museruola non riporta il muso ad essere un volto, non quando la mano del padrone agita una pallina di gomma davanti agli occhi impauriti. La lancio vicina, e attendo. &egrave ancora immobile, &egrave ancora bloccata, &egrave ancora dubbiosa. I primi gattoni, lenti, incerti. Il muso si lascia carezzare dall’erba mentre i denti affondano nella gomma. Il mio sorriso la gratifica, la pallina torna nella mia mano sinistra; la destra accarezza la testa. Mi siedo e continuiamo a giocare con la pallina, due tre lanci ancora, ancora carezze, il muso della cagna &egrave gioia. Ora &egrave in grado di eseguire l’ordine.
    
    Ancora scodinzola quando mi porta la palla per la quarta volta.
    
    “&egrave ora di rientrare”.
    
    Riattacco il guinzaglio al colare e mi alzo. So che &egrave confusa quando segue i miei passi allontanarsi dalla porta d’ingresso e andare ...
    ... verso la siepe, non vedo il suo muso, &egrave dietro di me. Raggiunta la siepe mi fermo, aspetto che mi raggiunga
    
    “Non mi sono dimenticato, lo so che i cani escono per fare i bisogni”.
    
    Aspetto, vedo il dubbio nei suoi occhi, l’incertezza tra il no e una nuova frontiera, il dilemma tra la soddisfazione del padrone e la vergogna dell’umiliazione. Distolgo lo sguardo mentre una carezza di incoraggiamento dona la spinta necessaria. La gamba destra si alza, mi volto, i suoi occhi sono chiusi, le labbra serrate, il liquido quasi trasparente inizia ad uscire, buona parte cola sulla gamba prima di spegnersi nell’erba. Torno a strattonare il collare, lei ha finito i bisogni ma non l’esperienza all’aperto. La conduco verso la canna dell’acqua, stacco il guinzaglio e mi allontano di un paio di passi. Il getto &egrave tanto freddo quanto forte ma funzionale a rimuovere i residui di urina dalle zampe. Nemmeno una carezza mentre la conduco verso la porta finestra. Apro.
    
    “Seduta e resta”. Rientro in casa.
    
    Pochi attimi per me, un’eternità per la cagna, la porta si apre di nuovo, un asciugamano a terra e uno nelle mie mani. Il muso si affaccia a cercare il consenso che arriva con un cenno del capo. La guardo compiaciuto mentre posa le ginocchia e i palmi delle mani si posano dove l’acqua si assorbe. Il sedere torna a poggiarsi sui talloni mentre la cullo nella dolcezza dell’asciugatura. La schiena, il torace, le zampe e il muso, per concludere frizionando i capelli. Estraggo il plug ...
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