1. Stati Liquidi


    Data: 17/11/2019, Categorie: Feticismo Prime Esperienze Masturbazione Autore: caffelibero_1976, Fonte: xHamster

    ... a fare i pirati.
    
    Arrivai in stanza, fortunatamente la truppa si era dileguatai, mi spogliai e feci la doccia, fu una giornata molto intensa, avevamo avuto un matrimonio a pranzo e un buon numero di ospiti alla sera, ero stanco, annebbiato, la mia mente pompava l’odore di quella creatura inconsapevolmente erotica, me ne stavo sdraiato con l’asciugamano in vita nella stanza affres**ta, mobili antichi, musica in filodiffusione, sentivo le gambe che cominciavano ad abbandonarmi. La porta si aprì, con espressione stupita guardai la figura in piedi sulla porta, era la ninfetta, doveva ancora fare la doccia. Entrò mi sorrise, era imbarazzata, il gioco con il quale mi aveva torturato tutto il pomeriggio non poteva più continuarlo, con tono dolce e timoroso nell’infastidirmi mi chiese se era un problema che si facesse la doccia. Nessun problema, risposi e continuai a tenere gli occhi chiusi, ero veramente stanco e non m’infastidiva la sua presenza. Si spogliò e rimase in mutande e reggiseno, aprii gli occhi, era bella, indifesa, una pelle candida, lei mi sorrise e imbarazzata mi disse, faccio la doccia aspettami. Rimasi impassibile sul letto, cercando di dimenticare la sua immagine, non potevo fare figure pessime, rimanevo il suo Chef, un suo superiore, ero in trappola, mi aveva fatto scacco matto. Uscì dal bagno, aveva un viso rilassato, il vapore acqueo l’avvolgeva come una divinità, si sedette sullo stesso letto, era un letto matrimoniale, si sdraiò di fianco, era stanca pure ...
    ... lei, aveva lavorato molto tra una scarica elettrica e l’altra. Io fui molto dolce, le accarezzai il viso, era una carezza umana, non aveva niente di erotico e sessuale, era una ungarettiana emozione, lei lo capì che non le avrei mai mancato di rispetto, a sua volta mi accarezzò il viso chiedendomi se mi dava fastidio. Ebbi una scarica elettrica, un formicolio in tutto il corpo, il phatos mi stava prendendo, mi feci più sicuro, meno timoroso, la baciai sulla fronte, lei non opponeva resistenza, scesi sul naso, mi abbandonai alle sue guance, sentivo il suo respiro ingrossarsi come la marea, era rilassata, era abbandonata al mio volere. Le baciai il collo, eravamo in una posizione fetale, eravamo sdraiati sul fianco, il nostro viso si stava mescolando con effusioni dolci, affusioni pericolose. Lei cominciò a ripercorrere il mio percorso che feci su di lei, non c’eravamo ancora baciati, aspettavamo entrambi il casello autostradale, prossima uscita casello dei sorrisi. Ci guardammo, in quello sguardo c’era tutta la consapevolezza che non saremmo più tornare indietro, sguardi rassicuranti, sguardi pulsanti. Ci baciammo, un contatto lungo, umido, il suo sapore era di donna, la sua lingua cercava la mia bocca, una ricerca di cibo, sentivo il suo scuotersi, sentivo gli asciugamani che prendevano vita come dei fantasmi, svolazzavano creando un rifugio nostro interiore, era l’amore. Ci trovammo nudi, in un albergo, era il nostro albergo, era la nostra seconda casa, mi feci più audace, mi ...