1. Cintura di castità per lo schiavo


    Data: 10/11/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Feticismo Prime Esperienze Autore: schiavotoni, Fonte: xHamster

    ... mignotta, con quelle tette enormi, chiaramente rifatte e gonfiate a dismisura, e quelle scarpe altissime, da battona, che le permettevano di arrivare si e no al metro e sessanta. Appena aprì bocca dicendomi “Mi chiamo XXX , tu ed io dobbiamo parlare!” capì tutto in un secondo: il mondo mi crollò addosso.” Una lacrima le attraverso il viso, seguita da un’altra immediatamente dopo. “Non mi sono mai sentita così umiliata e ferita in tutta la mia vita… e quella troia sembrava godere del mio dolore e del mio smarrimento, continuando a sciorinarmi particolari di quello che avevate fatto insieme, di come tu le avevi promesso di lasciarmi e di come, poche settimane dopo, avessi cominciato a scaricarla. Ti eri già annoiato di quella puttana rifatta, vero?”
    
    Ormai le lacrime le scendevano senza freno e la sua voce era sempre più interrotta dai singhiozzi. “Sei uno stronzo! Un maledetto lurido porco stronzo…” e, senza che me lo aspettassi minimamente, mi allungo un sonoro ceffone sulla guancia. Il tempo parve fermarsi! Eravamo tutte e due in piedi, l’uno di fronte all’altra ma nessuno pronunciava una parola. Per la prima volta in dieci anni di convivenza, uno di noi aveva alzato le mani sull’altro. Provavo un dolore bruciante, ma non alla guancia, come era lecito aspettarsi, bensì al cuore. Mi faceva male vederla così stravolta. Un male fisico, pulsante, reale! Lei si era improvvisamente ammutolita. Aveva portato entrambe le mani davanti alla bocca e mi guardava con gli occhi ...
    ... spalancati. “Scusami” disse con filo di voce “non volevo… sono uscita di senno… non volevo… davvero…” Provai ad abbracciarla, anche se ero convinto che mi avrebbe respinto. Invece, con mia grandissima sorpresa, lei sembrò contenta di farsi avvolgere dalle mie braccia e ricambiò il mio abbracciò riprendendo sommessamente a piangere. “Ti odio… ti odio, maledetto… ma ti amo… ancora… immensamente”. Restammo abbracciati per diversi minuti, mentre Paola si calmava e riprendeva il controllo dei suoi nervi. “Paola, amore mio, come posso farmi perdonare…” le sussurrai nell’orecchio “come posso dimostrarti che ho capito di aver sbagliato… Ti basta la mia firma su quella specie di contratto per convincerti?” “ Certo che no, stupidino” disse lei, liberandosi dolcemente dal mio abbraccio e asciugandosi le lacrime con le mani “Quello è solo un pezzo di carta, ma firmandolo tu ti impegni solennemente ad onorare il nuovo patto che c’è tra di noi. La tua firma mi da una piccola sicurezza psicologica aggiuntiva… So benissimo che quel contratto non vale nulla… però tu lo dovrai considerare come se fosse legge. E chi infrange la legge, poi deve subirne le conseguenze. Comportati come io ti chiedo, da oggi in poi, e ti giuro, solennemente, che metterò una pietra sul passato. Basta liti, basta rinfacciarci i nostri sbagli, basta tutto!!! La nostra vita insieme ricomincerà da adesso… forse sarà un po’… diversa” e dicendo così mi afferrò dolcemente il pene rinchiuso nella CB e si lasciò sfuggire una ...
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