Consegnavo pizze
Data: 09/11/2019,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: pierpatty6151, Fonte: Annunci69
Negli ultimi anni di liceo, in estate, consegnavo pizze, per farmi un po' di soldini da spendere nelle discoteche della riviera. Detto questo, vi racconto quello che mi è successo.
Quella sera avevo già vagato varie volte per il quartiere con il mio vespino.
Suono all'ennesimo portone, aprono e mi dicono che sono al quarto piano, naturalmente senza ascensore. Solita fortuna.
Finalmente arrivo al quarto piano con le pizze, che non vedo l'ora di consegnare. Tre porte tutte chiuse, e senza indicazione. Altra sfiga. Pazienza devo consegnare . Suono al campanello più vicino.
Qualche secondo, e una voce femminile urla: "Eccomi!". La porta si spalanca su una donnona attempata, capelli grigi sciolti, con ascellari bianche mutande, con un reggiseno contenitivo del pesante seno. E null'altro addosso. Sicuramente non aspettava un giovincello consegna-pizze. Contrariata, chiede:
"Che vuoi?"
"Ho portato le pizze"
"Hai sbagliato porta, prova da un'altra parte".
E sparisce, dietro la porta che velocemente richiude.
In quel momento mi accorgo che dietro di me c'è una signora. Elegantemente vestita, se la ride, avendo assistito alla scena.
Finalmente consegno, mi pagano, con resto mancia. Saluto e ridiscendo i quattro piani, ripensando alla donnona in mutande mi convinco del solito: mai una gioia.
I giorni passano, le consegne si susseguono, il vespino galoppa.
Finche una sera arriva l'ordine di una margherita con birra da consegnare intorno alle 22,30. ...
... Strano! E' tardi per le consegne ed è l'orario in cui finiamo. Guardo l'indirizzo, è sulla strada di casa, e mi offro di fare quell'ultima consegna.
Caspiterina, arrivo al palazzo della "smuttandata". Suono al citofono, una voce femminile m'informa "quarto piano". Con il fiatone, di fine serata, arrivo, la porta è accostata. Mi sporgo, il minimo, chiedendo se posso entrare. Una voce femminile mi autorizza di lasciare la pizza in cucina e prelevare i soldi.
Fatto. Sto per uscire, quando una donnona spunta nel corridoio. E' avvolta da un accappatoio bianco, rendendola ancor più grossa e alta di quello che è, mi guarda, mi scruta, faccendoni sentire più piccolo di quello che sono.
La guardo e titubante la informo che la pizza è sul tavolo in cucina.
Lei tenendosi l'accappatoio chiuso, sorride divertita dal mio giovanile imbarazzo.
I secondi passano nell'immobile silenzio. Uno di fronte all'altra.
Da sempre ho sognato, segandomi, di trovarmi di fonte a una splendida donna seminuda. Ma quella è un'altra cosa. E' grossa, E' attempata, va oltre la classica milf.
L'accappatoio scivola poco ma sufficiente a lasciar spuntare una tetta.
Lei seria osserva la mia faccia stravolta di fonte a quell'enorme tetta bianca, sovrastata dal bruno e duro capezzolo.
Tette così non le ho mai ne viste ne sognate. Tuttavia il mio pisello scatta e spinge sui leggeri pantaloni. E' impossibile non notare il bozzo.
L'accappatoio libera anche l'altra tetta, facendo il paio con la ...