Alessandra, la schiava inconsapevole
Data: 15/10/2019,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Simara, Fonte: RaccontiMilu
... che si videro non parlarono della Brutta Troia (così la chiamava lei parlandone con lui), ma solo di loro due e delle ansie che avevano per le prove che di lì a poco avrebbero dovuto affrontare. Passeggiavano per il centro rubandosi qualche rapido bacio per non dare troppo nell’occhio fra la folla o scambiandosi abbracci e baci più languidi fra le giostrine dei bambini, a quell’ora deserte, in qualche parco della città lontano da sguardi indiscreti. Per quanto fosse feticista, Giuliano in quei giorni non sentiva la mancanza della dominazione. Riusciva finalmente a godersi quelle giornate in serenità con Roberta e poi, aveva notato che dopo le ‘sessioni’, il desiderio sessuale nei confronti della ragazza scemava completamente (e te credo!). Ora, dopo due settimane senza quei giochi, lì al riparo dalla pioggia sotto ad uno scivolo nel parco, a Giuliano prese una voglia quasi irrefrenabile di fare l’amore per la prima volta con Roberta. Lei lo capì e lo strinse a sé. Non dissero nulla. Qualcosa fra le gambe di lui spingeva attraverso i jeans contro il soprabito della ragazza e il respiro accelerato di lei all’orecchio di lui lungo tutto l’abbraccio, comunicavano molto di più di quanto i due ‘ ancora vergini ‘ temessero di dirsi a parole. Stavano assieme da poco e lei non voleva correre e a lui, far la parte dell’uomo comprensivo giovava molto perché non aveva la più pallida idea di cosa e come avrebbe dovuto fare. E poi c’erano i piedi! Quei suoi piedi che gli bastavano per ...
... eccitarsi, per toccare il cielo con un dito anche se solo per pochi istanti. Sembrava la situazione perfetta! Lui temeva di far brutta figura e lei di concedersi troppo facilmente. Tutto era catastroficamente perfetto! Passò ancora qualche giorno e i due, dopo gli esami universitari e i compiti in classe, si rividero con calma a casa di lui. Giuliano viveva coi suoi, la facoltà di Architettura era nella sua città natale ma, aveva un discreto margine di indipendenza in quanto la casa di famiglia aveva una mansarda staccata dal resto dell’appartamento dove lui faceva spesso cene con gli amici e dove si vedeva regolarmente con Roberta. Quel giorno lei era uscita da scuola un’ora prima ed era andata direttamente a casa sua. Lui, dal canto suo, non era andato all’università quella mattina ed aveva preparato un bel pranzetto. Quando lei arrivò, fra un bacio e una punzecchiatina qua e là, cominciarono a parlare del più e del meno, di come erano andati gli esami ed i compiti, di chi fra gli amici aveva fatto questo o quello o chi aveva detto una cosa piuttosto che un’altra. Si sedettero a tavola; lui aveva preparato degli spaghetti allo scoglio e, per secondo, dei filetti di San Pietro con carciofi (non c’è che dire, in cucina ci sapeva fare il ragazzo!). Dopo la scorpacciata, a metà del secondo lei gli disse: ‘non ce la faccio a finire, è tutto buonissimo ma hai cucinato per 8!’ Giuliano: ‘beh, non preoccuparti sarà buono anche domani’ mica cucino così tutti i giorni.’ ...