IL CARNEVALE SARDO
Data: 27/09/2019,
Categorie:
Anale
Prime Esperienze
Autore: sennaccherib, Fonte: xHamster
La quaresima sarebbe iniziata l'indomani, il mercoledì delle ceneri.
Il martedì grasso, la festa di carnevale, nel mio paese veniva vissuta come un evento epocale, ogni anno, tutti gli anni, da decenni, da secoli.
Anche quell'anno tutte le donne del vicinato della parte bassa, si erano ritrovate il lunedì per fare quintali di dolci.
Era tutto pronto da settimane, la farina di grano duro, lo strutto, il miele, l'olio. Ero passata nella stradone grande, dove ci sono tutte le botteghe, il falegname, il fabbro, il maniscalco il macellaio. Nessuno lavorava quel lunedì. Le case che usavano per la preparazione dei dolci erano due, quella di signora Loretta, e di Signora Francesca. Erano le più brave ad organizzare e a far sapere a tutto il paese chi era incinta, chi aveva partorito, chi era andato a Cagliari, chi era tornato, chi aveva le emorroidi, chi si era ubriacato la sera prima e chi era stato a casa di Graziella, la signorina che si dipingeva le labbra e allargava le gambe con tutti quelli che in cambio le davano regali.
C'erano almeno venti donne da una parte e venti d'altra, e ognuna aveva un compito specifico. Ormai la farina era impastata e nell'aria si sentiva, l'odore dell'olio che veniva riscaldato dalla legna che bruciava sotto quelle enormi pentole di ferro annerite dal tempo e dalle fiamme.
La prima orilettas (dolce tipico sardo), doveva essere messa a friggere da signora Loretta, era lei che doveva verificare se la consistenza della pasta andava ...
... bene, il tempo si fermò, nell'istante in cui con maestria, si sporcò le mani con quel impasto fatto di farina e strutto, formando poi un cerchio, che posò con leggerezza nell'olio bollente.
Aveva a fianco un bastone, fatto con legno pregiato, di ginepro, e roteando all'interno del foro della orilettas, diede la forma desiderata a quel dolce che i miei paesani avrebbero divorato come cavallette il giorno dopo.
Qualche istante e tolse quella creatura dalla pentola, ponendo quel dolce sul tavolo. A signora Francesca spettava l'altra parte dell'ardua prova, cospargere di miele quella delizia.
Il miele riscaldato era fluido e ambrato.
Divise in due parti uguali, e ne diede metà a signora Loretta, le sue dita toccarono la consistenza della pasta, e poi assaggiarono.
Tutti le guardavano, aspettando la loro sentenza, il loro verdetto.
Soprattutto, Efisietto, mio cugino, si era fermato di correre con un vecchio cerchio di ferro, che gli aveva regalato il fabbro, a guardarlo aveva la bocca aperta, e inconsapevolmente mimava il gesto di mangiare quella frittella.
Aveva quasi la bava alla bocca e gli occhi grandi, spalancati, increduli.
Si guardarono, Loretta e Francesca, chiusero gli occhi e mossero il capo all'unisono, dall'alto verso il basso ad indicare il si!!
Dal un silenzio ancestrale, si passò ad un brusio e poi ai complimenti vicendevoli.
Si poteva iniziare a friggere.!!!
Il giorno si continuò a sfornare dolci e l'odore della legna si mischiava al ...