1. Serena e il Satiro


    Data: 24/09/2019, Categorie: Etero Autore: Cecy, Fonte: EroticiRacconti

    ... fresca le accarezza l'intimo, regalandole l'eccitante consapevolezza della sua nudità licenziosa.
    
    Ed è nel momento preciso in cui il desiderio diventa insostenibile che si compie la cattura.
    
    Le distanze tra i due si accorciano, lui allunga le braccia e la agguanta da dietro. Entrambi incespicano, ritrovandosi distesi a terra, su un tappeto erboso.
    
    L'uomo capra la cinge saldamente per la vita. Il suo corpo la sovrasta, mentre il petto di lei si solleva ritmicamente.
    
    Così si guardano da vicino per la prima volta.
    
    Non una parola, non un sussurro. Solo sguardi che annientano. E le bocche anelanti si assaltano con un bacio urgente.
    
    Poi, in un impeto viscerale, Serena intreccia le sue dita si dietro il collo di lui e gli monta a cavalcioni, tirando su i brandelli delle gonne.
    
    Quando la ninfetta solleva il bacino, il pene vigoroso scivola tra le pieghe grondanti della sua voluttà. Freme e riscende sinuosa. Le sue membra tenere si schiudono e lo accoglie interamente dentro di sé, con un mugolio di godimento puro, a cui fa eco il gemito gutturale del maschio.
    
    Il sollievo della pienezza è breve, l'esigenza di esaudire quel bisogno pulsante tra le cosce si traduce presto in una danza sfrenata.
    
    Travolto e infervorato, il Satiro le strappa ciò rimane del vestito e le assedia i seni rigonfi con la lingua. Le sue mani ruvide le stringono i fianchi. La preme contro di sé e se la strofina addosso in un alternarsi di movimenti spudorati.
    
    Nella foga ...
    ... porta le mani sul fondoschiena e, con le dita, le penetra ripetutamente anche il forellino stretto.
    
    Serena gli artiglia il petto scossa da un'ondata di piacere inebriante, che diventa totale quando il calore vibrante di lui la riempie.
    
    Li trova così il crepuscolo. Avviluppati e ansimanti.
    
    Schiavi di una libidine incessante, trovano riparo nell'antro roccioso di una spelonca.
    
    Alla luce rutilante di un fuoco improvvisato, la Ninfa, in ginocchio, offre la sua bocca cupida. Insinua e vortica la lingua tra le gambe di lui, in un gioco vizioso che cospira ad un nuovo amplesso.
    
    Così, mentre è ancora piegata, il suo amante si porta dietro di lei.
    
    Serena sente il respiro caldo di lui sulla schiena, un brivido la percorre, e dopo un attimo che sembra eterno, viene presa con forza.
    
    In quel copulamento bestiale, ogni spinta profonda le rivolta gli occhi dal piacere. Lui la possiede come se potesse entrarle nella pelle e nella carne e fondere i loro corpi in un'unica manteca.
    
    La Ninfa Serena e il suo bel Satiro quella notte saranno consumati da una passione tumultuosa, fino ad addormentarsi uno di fianco all'altra.
    
    Il sorgere del sole, però, non li troverà insieme.
    
    Lei, prima dell'alba, si ricongiungerà con le sue sorelle custodi dei boschi, e lui, libero, risponderà alla sua natura inquieta.
    
    E chissà, forse nel corteo dionisiaco si incontreranno ancora..
    
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    Grazie a Starman per l'Idea e a Serena per avermi concesso di ispirarmi a lei. 
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