1. Serena e il Satiro


    Data: 24/09/2019, Categorie: Etero Autore: Cecy, Fonte: EroticiRacconti

    Le note cadenzate dell'aulos riecheggiano fra le chiome fitte delle latifoglie, in quel luogo dove pochi sconsiderati esseri umani osano mettere piede.
    
    Nel cuore della boscaglia verdeggiante, i sentieri aprono prati arborati e l'acqua sgorga, scavando la roccia nuda.
    
    Lì, tra il cinguettio degli uccelli e lo sciabordare dei torrenti, il bel Satiro intona la sua melodia silvestre.
    
    Né uomo né bestia, la creatura divina dalle fattezze umane, si erge possente su gambe irsute e piedi ungulati.
    
    I folti capelli bruni gli coprono, quasi completamente, due bitorzoli cornuti che sporgono sul capo.
    
    Nonostante i tratti caprini, con le labbra vermiglie e gli occhi magnetici, il suo viso potrebbe far invidia al più avvenente fra i mortali.
    
    Figlio dell'edonismo e degli eccessi, vaga irrequieto, quando un brusio femminile e allegro attira la sua attenzione.
    
    La voce soave e i risolini giocosi delle Ninfe, come un'esca, lo conducono fino ai margini della selva.
    
    Le fanciulle agresti, tra cespugli di rosa canina e lamponi, si stanno agghindando l'un l'altra, intrecciando fiori e germogli tra i capelli.
    
    L'uomo capra si muove furtivo nel fogliame, osserva con bramosia le linee morbide dei corpi, poco celate dal tessuto leggero. Pregusta di palparle, al punto che quasi gli sembra di tastare quelle carni morbide. Quando è abbastanza vicino da sentire l'odore di giovane voluttà, preso da fregola animalesca, balza in avanti e cerca di abbrancare qualcuna fra le vergini.
    
    Le ...
    ... Ninfe, non nuove a certi agguati, leste, si divincolano e si sparpagliano. Motteggiano e confondono il caprino, sbucando qua e là fra i grossi tronchi e le fratte, fino a sparire definitivamente come dissolte nel vento.
    
    Ma, dietro le fronde basse di un nocciolo, due occhi curiosi scrutano il predone spazientito. Serena contempla, immobile, quella bellezza selvatica.
    
    Il suo sguardo avvolge le spalle scolpite, le braccia forti, il torso ampio e quella nuda e impudica virilità.
    
    Poi, per un attimo lunghissimo, al di là delle foglie, i loro occhi si trovano.
    
    Quelli di lui lampeggiano, nuovamente smaniosi, e incontrano la lascivia maliziosa che luccica in quelli di lei.
    
    Inizia così la seducente ballata di caccia e fuga.
    
    In un dedalo di arbusti e frasche si rincorrono le divinità dei boschi: gli zoccoli incedono sul terreno sicuri, seguendo i piedi nudi che, aggraziati e svelti, superano le radici legnose, con lunghe falcate saltano i rivoli e serpeggiano, rapidi, tra i fusti e le piante.
    
    La Ninfa corre leggiadra, le ciocche ramate si spargono nell'aria, la tunica sottile svolazza, scoprendo le gambe lunghe e flessuose. Si ferma solo per voltarsi e sorridere, provocante e dispettosa.
    
    Il Satiro guadagna terreno e, nel tentativo di ghermirla, le strappa via un lembo di stoffa; lo sgualcio espone alla vista cosce sode e due natiche piene, dentro le quali non vede l'ora di affondare la sua passione impellente.
    
    Serena prosegue agile la sua corsa, mentre l'aria ...
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