1. Una strana amicizia (la prof)


    Data: 17/09/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: PADRONE SEVERO (GIO’), Fonte: EroticiRacconti

    ... dov’era la segreteria, le sorrisi mi presentai e mi offrì di accompagnarla. Attesi con lei il disbrigo burocratico delle carte e mi offrii di fargli da accompagnatore per conoscere la scuola e la dislocazione delle aule dove il giorno dopo avrebbe iniziato le sue supplenze (aveva il triennio di un Liceo Scientifico), ci fermammo davanti ad un distributore di bevande calde e prendemmo un caffè iniziando li a conoscerci. Anche lei veniva dal sud anche se da una regione diversa dalla mia era la sua prima supplenza, aveva 25 anni laureata da poco aveva un fisico mozzafiato, curve al punto giusto alta circa 1,75cm una 3a abbondante di seno capelli biondi a caschetto e occhi azzurri, vestiva una camicia bianca stretta in vita con gli ultimi due bottoni aperti, si notava il solco tra i due seni molto pronunciati, capezzoli appuntiti che quasi volevano bucare quella esile stoffa della camicia che la copriva; sotto un paio di leggings attillatissimi gli disegnavano un paio di glutei sode, davanti era ben in evidenza una fica con labbra carnose ed un solco che le divideva al centro. Si accorse che la stavo guardando proprio lì, divenne subito rossa in viso e calò lo sguardo a terra, intuì che era a disagio lo confermò la sua voce un po' tremante e la risposta disconnessa che mi diede quando gli chiesi se fosse fidanzata. Mi rispose che aveva un ragazzo del suo stesso paese e aggiunse che la cosa sicuramente non sarebbe andata avanti per molto, visto il carattere di lui mammolino (così ...
    ... lo definì). Mi scusai per l’imbarazzo che le avevo causato con quella domanda, lei sollevò gli occhi da terra e sempre rossa in viso mi sorrise mi rispose di nulla tranquillo. Aveva riacquistato fiducia forse dalla mia galanteria forse perché pensava veramente che il suo imbarazzo per me fosse dovuto alla domanda che gli rivolsi e non alla sua fighetta che le stavo divorando con gli occhi, chiusa e pronunciata com’era da quella stoffa elastica e aderente. Finimmo di sorseggiare il caffè e continuammo la nostra escursione per i corridoi della scuola, ci salutammo poco dopo quando mi giunse una telefonata di servizio per un intervento tecnico in una classe, ci saremmo visti con Carla il giorno dopo. I giorni passavano tranquilli tra un intervento e l’altro tra una lezione e l’altra, con Carla ci incontravamo spesso parlavamo, prendevamo il caffè assieme, spesso mi chiamava nell’aula dove faceva lezione per sistemargli il collegamento col pc o perché la linea internet era assente o per altri motivi sempre connessi alle apparecchiature informatiche, mi disse che di computer ci capiva poco. Io la tranquillizzavo sempre avrebbe potuto chiamarmi in qualsiasi momento la avrei aiutato senza problemi. Si sentiva rincuorata dalle mie parole ormai per lei ero diventato (a dir suo) la sua ancora di salvezza, non tardò a darmi il suo numero di cellulare, ormai eravamo entrati in sintonia ridavamo scherzavamo (nel limite del possibile) mi confidava spesso le sue problematiche con il ragazzo ...
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