In un bagno mi trasformo da Puttanella
Data: 02/09/2019,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Racconti Erotici,
Sensazioni
Autore: manupicco, Fonte: RaccontiMilu
... fondo, ebbi un conato di vomito: le ritirò filamentose di saliva. Così intrise le condusse in basso a forzarmi l’ano. Si fece strada nel mio sfintere con una penetrazione lenta, sentì tre dita dischiudermi e poi slabbrarmi la frastagliatura della rosetta anale. Ero morbida e bagnata come un mastice: furono inghiottite con facillità dal mio budello, iniziò a muoverle dentro. Sentivo la vescica prossima a esplodere.
Mentre dilatava l’ano, portava ampie leccate alla fica, alternando risucchi e colpi di lingua al mio grilletto, era un godimento incontenibile: fremiti di piacere passavano dall’ano alla vagina, non riuscì a trattenermi e squirtai ciprigno, unito a uno schizzo caldo di orina, nella sua bocca.
Alzò il volto dal suo lavoro di lingua, non pareva arrabbiato, disse solo:
– Guai a te se ti scappa un’altra goccia, puttanella! La farai quando decido io. –
Stavo malissimo, ero prossima al pianto, due pulsioni fisiologiche mi opprimevano estenuanti: dovevo assolutamente liberare la vescica e godere un orgasmo, altrimenti sarei impazzita.
Ma lui non aveva fretta: si sollevò e iniziò, con calma, a sbottonare i bottoni metallici dei vecchi Levi’s, guardai impressionata la dimensione del suo membro, sporgere eretto, oltre il bordo degli slip.
Mi osservava dall’alto con l’aria soddisfatta di un lavoro ben fatto che si apprestava a terminare. Mi sollevò dal water e con un gesto brusco mi fecce voltare faccia al muro, le gambe divaricate con la ceramica della ...
... tazza tra di esse. Le piastrelle, verdino pallido, riflettevano lucide la mia immagine stravolta, la luce algida del neon segnava ombre nette sui nostri corpi.
Mi poggiò una mano sulle reni, premette verso il basso per farmi inarcare la schiena e portare le natiche all’infuori, con l’altra mano iniziò ad assestarmi sculacciate sonore e dolorose.
– Piccola puttana, sei piena di voglia vero? –
– Sii! Infilami il cazzo, sbattimi la fica! Ti prego, non resisto più… –
Il suo respiro alle mie spalle si era fatto più pesante, sentì un filo della sua saliva calarmi nel solco tra le natiche, il suo pollice spalmò quel liquido sulla soglia dell’ano. Sudavo, avevo la pelle coperta da un velo umido, l’aria del condizionatore era gelida a contatto della mia epidermide, attendevo col respiro sospeso che mi penetrasse, la sua preparazione era snervante.
Poggiò la grossa cappella all’entrata del mio sfintere, poi lo sentì avanzare dentro per un breve tratto, ansimavo lascivamente, il mio buchetto aveva contrazioni come di labbra boccheggianti. Da dietro mi prese le tette e mi tirò a sé, diede un colpo vigoroso e affondò nel mio intestino.
Lanciai un urlo, ma non fu per il dolore, fu un grido liberatorio: la fine di una tensione non più sostenibile. Finalmente mi sentivo riempire della sua carne che scavava in me imperiosa e possente. Muoveva il bacino con sapienza, mi stava volutamente slabbrando l’ano con quella verga dura e grossa, farlo gli piaceva un mondo, lo percepivo dal ...