1. In un bagno mi trasformo da Puttanella


    Data: 02/09/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Sensazioni Autore: manupicco, Fonte: RaccontiMilu

    Mentre mi dirigevo al bagno per espletare i miei bisogni fisiologici si presento al bagno il capo di alcuni Biker.Era alto, fisicamente non massiccio, ma nerboruto e tosto, prima che emettessi un solo gemito, con un imperioso cenno della mano mi fece tacere, poi con calma richiuse la porta alle sue spalle e diede due giri di chiave.
    
    Non ebbi il tempo di domandarmi perché fosse li, mi sollevai dalla tazza del water coprendo istintivamente le mie intimità con le mani: cercando di raggiungere la parete dove avevo appeso lo slip del costume.
    
    Lui mi tagliò la strada bloccandomi col corpo, era più alto di me di almeno due spanne, mi pose la mano alla bocca per impedirmi di gridare e mi spinse contro la parete.
    
    Stavo con le gambe divaricate ai lati del wc, le ginocchia piegate in una posizione innaturale, sentì la ceramica fredda delle piastrelle contro la pelle nuda. Mi tirò su il vestito con un movimento brusco, lo fece scorrere sulla mia testa, lo sfilò dalle braccia e lo gettò verso un angolo del pavimento.
    
    Avevo addosso solo il pezzo superiore del costume: con uno strappo verso l’alto mi scoprì il seno, le tette sobbalzarono libere per il contraccolpo. Strinse una mano intorno al mio collo inchiodandomi alla parete: una morsa ferrea, dita lunghe e ferme come tenaglie.
    
    – Non voglio sentire un sibilo. – sussurrò, avvicinando la bocca al mio orecchio. Parlava un italiano stentato, una voce bassa e rauca con una marcata inflessione francese, avrei detto del ...
    ... sud della Francia, avevo degli amici lì con quella stessa cadenza.
    
    Aveva denti candidi e regolari, una tono ultimativo che sconsigliava di ignorare ciò che diceva. Negli occhi freddi e sottili c’era una nota d’azzurro crudele che ti metteva adrenalina di paura in circolo nel sangue.
    
    Mi schiacciava col fisico contro la parete, potevo sentire tutta la forza, l’energia animale che emanava, era ruvido nei gesti come carta vetro: una massa asciutta di nervi e muscoli che gli conferivano quella potenza brutale. L’odore caldo del suo corpo, che ora potevo avvertire, aveva una nota aggressiva, faceva pensare a qualcosa di selvaggio: una natura abituata a prendere ciò che voleva, la calma inquietante e ombrosa di una pantera.
    
    Non tradivano emozione, era il segno di una consuetudine alla violenza, vederlo così deciso e distaccato, lasciava presagire una volontà capace di tutto: poteva uccidermi se lo voleva, provai una vertigine di genuino terrore.
    
    – Sei una piccola troia esibizionista. Ti diverte provocare gli uomini, è così vero? –
    
    Non credo si attendesse una qualche risposta, la sua non era una domanda, ma una constatazione. Non avrei comunque potuto rispondere, poiché ero impegnata a boccheggiare, a cercare il respiro, mozzato della sua stretta al collo.
    
    Punture di spillo mi tempestavano il corpo, bagliori di luce rossa danzavano negli occhi, avevo la vescica gonfia e la paura acuiva quell’urgenza, temevo di lasciarmi scappare la pipì tra le gambe da un attimo ...
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