FUR ELISE DVD capitolo 7
Data: 11/03/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Karina, Fonte: RaccontiMilu
... un amante stupendo il suo cazzo duro e resistente, lo avrei voluto dappertutto, mi sollevai e brandendolo con una mano, spostai il bacino per strofinare la cappella sotto il mio buchino, si, volevo dargli anche quello, lui avrebbe voluto introdurlo subito, ma io conoscendomi spostai la cappella sotto la mia fica poi la spostai ancora spalmandomi l’ano con i succhi della mia eccitazione usandola come fosse un pennello, lo feci più volte finché lo posizionai sotto il mio orifizio più stretto e mi feci pesante, ma non bastava!
Ero eccitata al massimo, il calore della cappella sotto l’ano mi faceva impazzire, pesai ancora ondeggiando il bacino, ancheggiando come se eseguissi una danza lasciva ed ecco che a poco a poco mi sentii allargare, ancora diversi ancheggiamenti gemendo e soffiando ed ecco che la sua presenza dura a poco a poco invase le mie interiora, mi sedetti, sì mi sedetti pesando sui tuoi inguini, impalata sul suo cazzo.
Mi mossi su e giù e man mano che mi abituavo alla presenza che mi riempiva godevo con gemiti che esprimevano gratitudine per la carezza che il membro regalava alle pareti dilatate del mio ano mentre Ben soffiava il suo piacere, le mani sulle mie tettine ad accompagnare, ad aiutare, il mio scorrere, poi i suoi sospiri divennero rauchi, i miei gemiti acuti e l’orgasmo mi travolse, facendomi sollevare per dargli modo di incularmi facendo salire e scendere il suo cazzo malgrado le strette che l’orgasmo imprimeva al mio sfintere rendessero l’ultima ...
... parte di questa inculata dolorosa ma sublime.
Poi la sua voce si fece rauca dicendomi parole sconce che mi avrebbero fatto arrossire se non le udissi con il suo cazzo che scaricava nelle mie viscere i getti bollenti del piacere del mio uomo. Mi distesi sopra di lui e ci baciamo dolcemente, le sue mani percorsero la mia schiena, le mie cosce. il mio culetto mentre dentro di me il membro perdeva a poco a poco consistenza e scivolava fuori facendomi capire che non mi apparteneva più. ……………………………………………………………………………..
Non volli più rivedere Ben perché temevo che una sua intemperanza compromettesse definitivamente la sua salute; in questo fui aiutata dal sopraggiungere delle vacanze scolastiche che trascorsi in parte dalla nonna in campagna e il rimanente con i miei genitori al mare. I miei esclusivi rapporti con uomini più grandi di me fecero sì che evitai di accompagnarmi con miei coetanei che trovavo inconcludenti e fatui.
Trascorsero un paio di anni prima che ritrovassi l’occasione di passare nei pressi della sua abitazione; il suo nome era ancora sul citofono ma resistetti all’impulso di suonare. Avvicinandomi al negozio di legatoria capii. Era completamente spalancato, all’interno una donna sui trentacinque stava impacchettano dei volumi; vedendo una figura affacciarsi alla porta sollevò gli occhi. – Buongiorno, cercavo il signor Benito, volevo salutarlo. . . La donna sorrise mestamente. – Era mio padre, è mancato due mesi fa. . . – Oh mi dispiace. . . I miei occhi si ...