1. Beyond the White. Spettri e spade (3). Atto finale


    Data: 11/03/2018, Categorie: Etero Autoerotismo Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... decisamente bello e occhi di fuoco.Antonia DuLac. Baronessa caduta, baronessa in disgrazia, baronessa guerriera.Anche lei avvolta dal battle-dress. Estrae dalla sacca un fucile a pompa Kei-Tec KSG.Altra arma da sterminio a corto, cortissimo raggio. Decisamente atroce nel design quanto nel risultato. La DuLac arma il fucile. Passa alla pistola. Revolver Manurhin MR-73.Un cimelio. Ma un cimelio capace di fare dei bei buchi, specialmente con munizioni 38. Special. Come in quel caso. Anche Antonia appese alla giberna granate. Cariche da irruzione e lame per tutti. Il gruppo comunicò a gesti. Nessun bisogno di parlare. Avevano studiato quell’incursione nei dettagli durante il viaggio per arrivare là.Neroko Tsubikome prende posizione. Individua una delle sentinelle. Incuriosita da qualcosa?Forse. Collima il mirino, livellandolo con il pomo d’Adamo del bersaglio.È lontano dai suoi, il trooper. Non è neppure un trooper, in effetti. Nessun battle-dress o insegna. Mera manovalanza per compiti ingrati come l’assicurarsi che nessun sub o animale disturbi l’infernale quiete dell’isola di Dayk.No problemo, amigo!
    
    Il non-trooper coi capelli lunghi e l’AK osserva, cerca di capire, scruta. È confuso. Non è sicuro.E non sa, evidentemente, se fare rapporto e rischiare un rimprovero o ignorare il suo sospetto di aver visto qualcosa tra le onde. Neroko valuta il tiro. Vento favorevole, almeno per ora.La sentinella osserva. Non capisce. Non può. E non capirà più nulla a breve.Neroko spara. ...
    ... Soppresso dal silenziatore, lo sparo è un colpo di tosse soppresso.Il non-trooper vola all’indietro. I commando restati avanzano. Arrivano rasenti il muro.James Crowain annuisce. Capisce. Nessuna entrata se non il canale di scolo. Ma va bene.Entrano da lì.
    
    Il trooper sospira. Quello di pulire le latrine è un compito schifoso. Il fatto che oggi tocchi a lui gli fa solo desiderare di finire il turno in fretta. Entra nella latrina. Scavata di fretta e rozzamente nella roccia dell’isola, non è cambiata da quando quel posto era un carcere inglese. Si avvicina al cratere, disgustato. Si becca due proiettili in petto, crollando all’indietro.James Crowain emerge dalla latrina. Aiuta Nô e Antonia a fare lo stesso. Afferra il cadavere e lo getta nel canale. Socchiude la porta. Nessuno in vista. Avanza. Corridoio fiocamente illuminato. Vuoto. Crowain segnala una porta. Avanza. Apre. Nessuno all’interno. Solo letti. Una camerata. Conta sette letti. Pochi. Ma non è tutto lì, sicuro. Antonia DuLac si avvicina alla seconda porta. Apre. Visuale sull’inferno. Sala di tortura. Il trooper che sta seviziando un poveraccio disteso su un tavolo operatorio pare un meccanismo demoniaco.Antonia non esita: è una donna che ha visto il peggio, anche quella parte del peggio.E sa che c’è un limite. Estrae il coltello. Lama da quindici centimetri in acciaio brunito forgiata in acciaio inossidabile. Piazzatasi dietro il torturatore, gli afferra il capo tappandogli la bocca e passa la lama sul collo. Lo getta ...
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