1. Maggio è un mese senza frutti


    Data: 01/08/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: lewarcher, Fonte: EroticiRacconti

    ... non esistessi sbottonando gradualmente la camicia con le mani che discendono dal collo e divaricano i lembi della stoffa, che si schiude sul tuo seno che non vedo. Mi sfioro la pelle con la punta delle dita, rarefatti arzigogoli sul petto e sull’addome, lascivi e voluttuosi, diabolici incentivi per i nervi nell’attesa…
    
    Ti liberi della camicia. I muscoli e la pelle della schiena si rivelano in linee sinuose e arcuate attraversate dalla fascia color indaco del reggiseno. Procedo con le dita, tocco i peli, ci indugio osservandoti avvilire la cerniera della gonna, che cadendo si affloscia intorno ai piedi. I polpastrelli palpano l’uccello e lo massaggiano facendolo pulsare, fra le dita il cazzo si indurisce come un bravo servitore... mi diventa grosso inerpicandosi fin oltre l’ombelico, si scolpisce nel turgore delle vene, sento emergere il canale dell'uretra dilatandosi pervaso da una smania primordiale. Mi rassegno ad essere un insulso portatore mentre ammiro il tuo culo raccolto nei pizzi della brasiliana, le pieghe fra i glutei rotondi e le cosce, un palmo di pelle al di sopra dei fiori traforati delle autoreggenti nere.
    
    Maggio è un mese senza frutti, fa piovere a scrosci sui vetri isolando questo piccolo spettacolo dal mondo. Tu perseveri senza voltarti. Eppure, ansimo, lo senti per forza. Le lenzuola frusciano intorno alle mie gambe che spalanco rinunciando a ogni difesa. Le tue dita sottili disinnescano i ganci del reggiseno, la sfida dunque aumenta di livello, compi ...
    ... il rito della seduzione per il quale la Lussuria ti ha educata.
    
    Posso forse resistere, se mi travolgi? Impugno il cazzo sotto la cappella ricavandone un benessere immediato, fremendo di tensione. Le tette, il primo stadio della perdizione, vengono liberate oltre il torace, non viste ma immaginate, eleganti e acuminate con le piccole rosette protese. La schiena, magra e nervosa, è segnata dal solco della spina dorsale, che si perde nel culo, nello spacco arcano in cui il pizzo scompare. Che profumo c'è, là dentro? E sotto, dove la seta avvolge il fagottino della figa? Mi sego profanandoti con gli occhi e con la mente e se tu fossi qui, ora, Cristiana, sentiremmo lo sguazzare delle dita nella passera e i gemiti sognanti di una femmina che gode fornirebbero la voce al tuo piacere.
    
    Con le dita negli elastici sui fianchi scacci in basso le mutande (fuoriescono dal solco fra le natiche) e inchinandoti in avanti trovi il modo che ti veda al tempo stesso il buco del culo e la figa, rannicchiata e chiusa nel suo guscio fra le cosce, l’origine del mondo in un mistero ribadito ad ogni uomo che abbia gli occhi per resistere a una donna. E, finalmente, ti giri...
    
    Il boccheggiare è proprio di chi muore. Senza vergogna vedi che lo faccio coi miei occhi trasognati. Mi cammini incontro con le sole autoreggenti (le autoreggenti nere con la riga posteriore), nel passo hai l’andatura di una strega pornoerotica, negli occhi ti balugina quello che mi vuoi fare: quello che intendi fare di ...