1. Eleonora e Lapo PARTE 2


    Data: 25/07/2019, Categorie: Tradimenti Autore: aldebrando1, Fonte: RaccontiMilu

    ... uscire…. è troppo bello!” Per un po’ restiamo attaccati, con il cazzo che pulsa dentro di lei, il corpo di lei che vibra come una corda tesa. Poi lei, piano piano, comincia a muovere i fianchi… avanti, dietro. Ed il mio cazzo entra sempre più a fondo nel suo culo, sempre più rilassato, sempre più aperto. Oramai il mio pube arriva a sbattere sulle meravigliose chiappe della mia donna. Sento che la sto possedendo completamente. Mi sento Zeus in persona. Adesso la sto scopando forte; lei con una mano si sta tormentando il clitoride e si sditalina. Viene scossa da un orgasmo che mi pare il più forte abbia mai avuto – con me almeno: geme, schiamazza, urla, si contorce. Io riesco a tenerla saldamente per i fianchi, anche mentre grugnisco come una creatura dei boschi, anche mentre il mio basso ventre si contrae e le schizzo tutto me stesso dentro il culo. Le sono caduto sopra, i nostri cuori che rimbombano all’unisono, la nostra pelle sudate che ci appiccica l’uno all’altra. Le tengo la testa girata verso di me, ci baciamo, ci frughiamo con le lingue, con calma, dolcemente adesso. ” Cavolo, che bello amore” dice lei, ansimante. “ti amo Ele” le dico semplicemente io. Sono ancora dentro di lei, semiduro. Mi guarda con dolcezza interrogativa adesso, con un sorrisetto birichino “non è che sono stata un po’ troppo genere porca stasera? Mi amerai anche così?” La guardo negli occhi e sorrido (penso di sapere cosa vuol sentirsi dire) ” se hai anche questa versione nel tuo repertorio ti ...
    ... amo ancora di più Ele…. a patto…. a patto – la guardo serio, la pausa per sottolineare l’importanza di cosa sto per dire – che sia una mia completa esclusiva…. non credo di essere un tipo che potrebbe sopportare il condividere quello che ama, credo che ne morirei!” Il suo sguardo dice che ho colto nel segno, è felice, rilassata, appagata; si stringe forte al mio corpo “ti amo, ti amo, ti amo…. sei l’uomo della mia vita”.
    
    Restammo ancora un bel po’ stretti. Poi, ridendone, constatammo l’evidenza del fatto che avevo bisogno di una ripulitina; me ne andai dunque sotto la doccia, dissi ad Ele che la preferivo bella saporita, come dessert, lei mi fece una linguaccia, si mise una mia maglietta, che le copriva appena il sedere, ed andò a mettere qualcosa a tavola. Me ne uscì dal bagno dopo poco, con l’asciugamano fasciato in vita. In cucina era apparecchiato, il microonde squillava annunciando la fine del suo lavoro. La porta del terrazzo era socchiusa, Ele doveva essere là.. magari al telefono… Non potei trattenermi da uscire nelle scale così come ero ed accostarmi alla finestrella. Si, la finestrella in vetta al vano scale, che sta in alto dietro alla poltroncina del terrazzo. Qualche volta la ascoltavo mentre parlava al telefono con amiche e colleghi… ed ogni volta placavo la mia anzia di gelosia… sino a quella volta. Si, era lì e parlava al telefono, ovviamente con la sua amica Martina (quella stupidetta del cavolo), capì subito. Si sentiva che era allegra, euforica, un po’ in ...
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