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IO. FOTOGRAFO A LUCI ROSSE – IL GRAN FINALE DI SIMONETTA CAPITOLO 11
Data: 14/07/2019, Categorie: Cuckold Dominazione / BDSM Voyeur Autore: mikimark, Fonte: RaccontiMilu
... di un’ora. In attesa dello spettacolino finale…” Questa volta rimasi io in silenzio a lungo. Poi sempre accarezzandole con una mano le lunghe treccine bionde e con le dita dell’altra la sua giovane fica sempre più fradicia le posi di nuovo la fatidica domanda. “Non lo vuoi fare, Simonetta? – le chiesi con voce suadente – Non vuoi più regalarmi quelle foto? In particolare quelle del gran finale?” La bellissima e giovanissima Simonetta non rispose ma riprese a segarmi con ancor più maggior energia. Spalancando ancor più gli occhi e fissandomi quasi con rabbia ma con desiderio. “Ma farai presto? – aggiunse allora poco dopo lei sommessamente – E me lo dirai un attimo prima di spruzzare? Uffa! Mi avviserai insomma prima di schizzarmi in bocca? Non mi piace lo sperma e non sono abituata a bere quella schifezza densa e puzzolente. Devo prepararmi, io… Me lo prometti?” Simonetta aveva ceduto per l’ennesima volta. Avrebbe bevuto la mia sborra e si sarebbe fatta riprendere mentre ingoiava il mio prezioso seme. E poi, lo prevedeva pure con una certa preoccupazione, avrebbe dovuto subire la schizzata della mia bianchissima sborra sul suo bel visino. Ne sarebbe stata ricoperta e devastata. E tutto sotto il freddo obiettivo della telecamera alla quale non avrebbe potuto nascondere tutto il suo imbarazzo e fastidio per quella umiliazione. Ma lei non voleva mostrarsi diversa ed inferiore alle altre che avevano subito quel particolare trattamento! Quelle parole mi attizzavano ...
... e capii che era giunto il momento di dare tutto il mio seme a Simonetta. Ne avevo proprio una gran voglia. Glielo dissi, senza più alcuna esitazione. “Simonetta, ho tanta voglia di sborrarti in bocca tutto il mio seme. Ne ho tanto, sai! Ed è tutto per te…” “Lo immaginavo e vedo che sei pieno, pieno… – aggiunse con voce sofferta – Hai le palle gonfie, dure e strapiena! Dovrò svuotartele io, vero? Immagino come… Comportati bene e fai presto!” Non la feci più parlare. Mi sollevai un po’ e la fece inginocchiare tra le mie gambe. Con una mano le catturai un seno e torturarai il capezzolino sempre più ritto ed appuntito. Con l’altra mano le presi la nuca e sospinsi il suo volto verso il mio uccello. Lei mi guardò ancora una volta con gli occhi socchiusi prima di spalancarmeli dopo aver preso in bocca l’uccello. Con un lungo gemito accettò anche la mia pressione sulla sua nuca che la costrinse ad infilare tutto il mio cazzo nella sua piccola bocca. Ritmicamente spinsi tutto il mio bastone di carne fremente dentro di lei. Fino in fondo, quasi in gola. Ciò la infastidì e le provocò due piccoli conati di vomito. Iniziai a stantuffarla negandole la possibilità di sfuggire alla presa ferrea dietro la nuca. Le scopavo violentemente la bocca. Lei agitava la lingua e riempiva di saliva il mio cazzo. Ogni tanto sbuffava, roteava gli occhi, li alzava al cielo e poi li strizzava. Ai gemiti si alternarono i brontolii e gli sguardi compassionevoli che lei continuamente mi rivolgeva. “Sei ...