1. Permeata da quel viaggiatore


    Data: 08/03/2018, Categorie: Etero Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... floridi e rigonfi dal desiderio quasi a farci male, Le nostre lingue intrecciate, là attorno c’era unicamente il buio, il respiro sempre più veloce, il suo corpo sempre più appoggiato al mio, le mie cosce sempre più bagnate.
    
    Percepisco come se fosse ora, quelle dita sollevarmi la gonna, sfiorarmi i contorni di quella biancheria così liscia, la mia deliziosa fica con i suoi petali schiudersi a quel passaggio così leggero e assieme dispotico e imperioso. Quelle dita, così forti, così insolenti e temerarie, inizialmente al di sopra dello slip, in seguito di sotto, successivamente nuovamente di ancora sopra e ancora di sotto, perché non m’accorsi quasi che non erano più le dita, ma era al presente la sua lingua che si contorceva, che asciugava, che feriva, che tentava di penetrarmi scompaginandomi l’animo. Probabilmente soffiavo, forse no, so soltanto che cominciai ad appoggiarmi a quello stipite fino ad avvertire il freddo del pavimento, dove trovai i miei abiti, dove ci feci finire i suoi. In quel modo lo denudai, presi il sopravvento, i miei occhi si stavano abituando al buio, sicché lo torturai con la mia lingua dirigendola lungo il suo torace fino all’ombelico, dopo più giù fino a sentire la mia bocca che si riempiva di quella carne così appassionata, fra le mie labbra assetate di quella goccia di liquido denso e appiccicoso che anelo d’avere sulla punta della lingua.
    
    Le mie gambe s’aprivano come la mia bocca senz’opporre resistenza. Come eravamo? In che posizione? ...
    ... Dove eravamo? Lui in effetti chi era? Quelle mani, quella lingua, quel sapore, ogni antro del mio corpo fu invaso, ispezionato, perquisito e saggiato, la mia bocca fu placata dal suo intimo e sugoso desiderio, il mio corpo non aveva scampo, d’altronde neppure il suo. Per dimostrarglielo in un attimo fui sopra di lui, cercavo la sua lingua, cercavo il suo ritmo, la sua cute così appiccicata alla mia. Il mio seno che sfiorava il suo, le sue mani sui miei glutei che premevano fino a farmi toccare l’estremo piacere dell’inferno tra spasmi, respiri affannati, gocce di sudore, lingue intrecciate, finché inarcò la schiena e spinse. Quello che avvenne fu un lampo che squarciò il buio, in realtà una lama che penetrò il mio corpo, il suo corpo che entrava nel mio e spingeva, s’incurvava e pigiava, calcava più forte su quella lama di carne così eretta e pulsante, da non avere più alcuna possibilità di resistergli, io ero piena, imbottita da quello sconosciuto.
    
    Un fiume scorreva fra noi due, deciso, nerboruto e tumultuoso, così irruente e sopraffattore da perforare quasi le mie membra. Io ardevo, c’era fuoco dentro e attorno a me, partecipazione e trasporto, ghiribizzo e golosità, brama e vergogna, perché come sopra un’altalena trovammo quel ritmo, la cadenza che ci univa, che ci faceva danzare, che preannunciava celando il massimo godimento.
    
    Lui fece pressione su di me, dentro me, con la sua lingua fu nuovamente dentro la mia bocca, i nostri intimi fluidi uniti sempre più forte, ...