1. Permeata da quel viaggiatore


    Data: 08/03/2018, Categorie: Etero Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    Quel giorno Giuliana, mia affezionata amica, fedele connivente e vicina consigliera, m’aveva cortesemente implorato d’andare, perché un uomo che lei conosce ci aveva visto assieme desiderando in definitiva a sua detta intenzionalmente d’incontrarmi. Io ho accettato ben presto adattandomi, però solamente in seguito d’un intenso contraccambio di messaggi e di telefonate. Non ho mai effettivamente memorizzato prima d’allora d’averlo visto in giro nel mio quartiere, ciò nonostante sia la cordialità che l’entusiasmo per quella voce m’accarezzava amabilmente la razionalità oltre il capo del telefono, in aggiunta a ciò pure la sua inedita e amorevole profondità di quell’accento apriva varchi nel mio temperamento, perché di fatto mi sono predisposta approvando ben volentieri l’invito per la riuscita di quell’inaspettato appuntamento. Per la circostanza mi sono preparata con riguardo, quasi fremendo all’idea che quella voce avesse anche un corpo.
    
    Sotto l’acqua della doccia m’accarezzavo come speravo, immaginando che questo gesto lo avrebbe compiuto pure lui, sicché ho spalmato la crema e spruzzato il profumo, pensando all’odore della sua pelle unito a quello della mia, assieme a quella biancheria così curata, con il desiderio di farmela togliere lentamente fremendo al pensiero del fruscio che la seta avrebbe fatto. Mi sono ancora accarezzata fantasticando che lo facessero le sue mani e comodamente il desiderio di lui diventava più vivo, avevo la sensazione che mi potesse vedere, ...
    ... io frattanto adoravo quella bizzarra attesa, giacché non avrei potuto farne a meno.
    
    Quelle carezze non m’avrebbero invero offerto la stessa sensazione se non avessi pensato a quella voce caldissima, quel tipico accento che raggiungeva corde del mio corpo, che io credevo mute e che invece scoprivo che producevano segnali equilibrati e suoni armoniosi. Un leggero tremore si &egrave impadronito di me nuovamente prima di bussare a quella porta, perché l’acquosità di quella sera si era già arrogantemente insinuata fra le mie gambe. La porta era socchiusa, io ho bussato lievemente, sono entrata in silenziosa attesa mentre attorno a me c’era soltanto il buio. Lo sapevo, era uno scherzo, avrei dovuto immaginarlo, perché mi stavo arrabbiando per esserci cascata e già pensavo come affrontare Giuliana, finché due mani salde m’afferrarono attirandomi addosso in prossimità d’un corpo caldo.
    
    Io ho avvertito il suo fiato sul collo, lui m’ha girato appoggiandomi alla parete, con una mano m’ha cinto la vita, con l’altra scostava i capelli dal mio collo e reggendoli disegnava itinerari con la lingua sul mio corpo. In quel frangente io non ho reagito, certa che si sarebbe fermato, all’opposto lui era lì, nel buio, la sua lingua mi cercava, potevo percepire la sua statura, ma non riuscivo a vederne la faccia. Le sue mani sul mio corpo sembravano ardere e aggredirmi, eppure tanta era la delicatezza di quei tocchi, il suo petto s’appoggiava al mio mentre i nostri capezzoli s’incontrarono, ...
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