1. Simona. ritorno in collegio


    Data: 19/06/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: gerake, Fonte: Annunci69

    Da quel giorno padre Sebastiano, 40 anni, alto, tonico, sguardo intenso e un viso bellissimo e avvenente, diventò il mio sogno erotico proibito e motivo delle mie numerosissime masturbazioni notturne. Rimasi meno di due anni in collegio per ritornarci ancora durante l’ultimo anno di superiori. Ritrovai solo suor Marcella, la madre superiora, più arcigna e severa che mai. Arrivai in istituto a fine agosto in coincidenza delle “feste mariane”. La domenica alla messa in suffragio della madonna, finalmente, rividi padre Sebastiano in tutta la sua avvenenza. Sembrava inossidabile era abbronzato, con poche E fascinose rughe di espressione. Mi vide, squadrandomi (scopandomi) con lo sguardo, dedicandomi un sorriso disarmante. Sapevo di piacergli, ero una donna fatta; lunghi capelli lisci, seni pesanti e glutei torniti e sodi; gambe affusolate. Una gran fica! Mi piacevo veramente tanto. Un giovane diacono, Dejan, bellissimo, lo assisteva; era alto e da sotto la tonica lo immaginavo muscoloso. Guardarli insieme mi accese un fuoco tra le cosce. A funzione conclusa la superiora mi ordinò di andare in canonica perché Lui mi aspettava. Appena entrata, in modo pacato ma fermo, mi ordinò di chiudere la porta. Mentre si liberava dei paramenti, potei ammirarne il fisico, muscoloso e ben definito; tolse la t-shirt sudata, potendo ammirare una schiena fatta di muscoli perfetti e apprezzare pettorali guizzanti e addominali scolpiti. La mia mente a quella vista inviò altre intense fitte di ...
    ... eccitazione alla fica, facendomi mordere le labbra. Da parte sua nessun pudore; indossava jeans stinti e pieni di strappi che lasciavano intravedere cosce muscolose e un culo di marmo. Il diacono in bermuda e canotta, raccolse tutti i paramenti, sistemandoli. Era uno spettacolo vedere quei due maschi muoversi in modo istintivamente sexy. Ero già un lago. Il prete salutò Dejan e, sorridendo, mi accarezzò il viso; mi sfiorò le labbra con il pollice lussuriosamente. Era come se lo avesse fatto direttamente tra le cosce, sulla fessura già bagnata e fradicia dalla funzione in chiesa.
    
    Le sue dita sulle mie labbra, forzarono appena e, istintivamente, sempre guardandolo negli occhi, aprii la bocca, permettendogli di esplorarla; mossi la lingua per leccargliele; le mie labbra vi si chiusero attorno, succhiando.
    
    - È ancora brava e ubbidiente la mia schiava!
    
    Lo sentii sussurrare e quelle parole mi arrivarono in fica, facendomela contrarre e bagnare ancora di più. Le dita ancora umide scesero sul mento, sul collo e, infine, tra i seni, deviando sui capezzoli da sopra il tessuto della camicetta; erano già turgidi e dritti come chiodi. Disegnò un cerchio attorno alle aureole, prima su una e poi sull’altra. Chiusi gli occhi per godermi quelle carezze. Improvvisamente li strinse attorno ai capezzoli, forte, facendomi gemere in modo furioso. Aprii gli occhi e lo guardai quasi implorante, mi sentii una sua preda, ma compiaciuta di esserlo. Mi ordinò di girarmi, appoggiarmi al tavolo e di ...
«1234...»