1. Pizza fredda


    Data: 14/06/2019, Categorie: Etero Autore: Alceacida, Fonte: RaccontiMilu

    Quel venerdì sera non avevo voglia di cucinare, e decisi di prendermi una pizza; da un paio di mesi andavo in una pizzeria d’asporto, a pochi km da casa mia, in cui avevano recentemente cambiato gestione. La pizza era decisamente migliorata rispetto a prima, motivo per cui avevo ripreso a servirmi da loro. Beh, diciamo che quello non era l’unico motivo. Era anche per la nuova tipa al bancone. Mora, capelli lunghi, sguardo intenso… un po’ bassa, e in carne, aveva una caratteristica forma a pera. E doveva essere parecchio formosa; anche se finora, con la stagione fredda, quelle poche volte che c’ero stato l’avevo sempre vista in abbigliamenti troppo coprenti.
    
    Quindi esco di casa, prendo l’auto, e una volta arrivato parcheggio nel piazzale di fronte alla pizzeria. Ormai è primavera, l’aria è tiepida e si sta volentieri anche fuori. Le luci della pizzeria animano la piazzetta, c’è un pò di via vai. Dentro al momento però non c’è nessuno. Entro e sento il calore dei forni e gli aromi. E lei è al bancone.
    
    “Ciao.”
    
    “Ciao.”
    
    Ha un berretto bianco, con capelli raccolti. Maglietta a righe multicolore, smanicata e con una generosa scollatura, sui cui pende una collanina d’oro, con una croce e altri monili. Sguardo un po’ stizzito, ma sarà il caldo e il daffare. Infatti dopo un po’ mi sorride.
    
    “Allora, cosa prendi?”
    
    “Uhm… guardo un po’” mentre leggo l’elenco pizze affisso alla parete.
    
    “Facciamo dei gusti particolari, ad esempio abbiamo il calzone con uva ...
    ... americana.”
    
    “Vedo, vedo. Ma mi sa che prenderò una margherita.”
    
    “Una margherita??” Fa lei con espressione sbuffante, ma divertita.”Che noia!” Rido anch’io.
    
    Mentre il pizzaiolo prepara la margherita, ho qualche minuto per scambiare due chiacchiere con lei.
    
    “Siamo qui da poco.”
    
    “Si, ho visto, prima c’era un’ altra gestione.”
    
    Nonostante la prima impressione fosse diversa, si rivela una tipa affabile, e simpatica. Ogni tanto non posso evitare di lanciare un occhio furtivo alla sua generosa scollatura, che lei in verità non sembra fare tanto per nascondere, piegata com’è sul bancone.
    
    “Comunque la pizza è migliorata di certo.” faccio io.
    
    “Beh rispetto a prima non ci voleva molto!” scherza lei.
    
    La mia pizza è pronta, lei la mette nel cartone e batte lo scontrino. Pago e la saluto.
    
    Rientro in auto, e appoggio il cartone sul sedile passeggero. Ma un’ attimo prima di girare la chiave, la vedo uscire di corsa dalla pizzeria, e venire al mio finestrino. Lo abbasso per sentire cosa vuole, e lei fa capolino con la testa.
    
    “Ehi, scusa, ma il resto era sbagliato. Ti venivano 2 euro.” E, sorridente e un po’ trafelata, mi allunga una moneta.
    
    Alcune ciocche dei suoi lunghi capelli scuri escono dal berretto e si allungano contro la portiera, fino ai miei jeans. Le incorniciano il seno, appoggiato, anzi premuto, alla base del finestrino, e la profonda scollatura. Sopra la maglietta a righe posso vedere il pizzo nero delle coppe.
    
    “Ah ok, figurati … tanto sarei tornato di ...
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