1. Una moglie per bene nell’abisso della completa sottomissione (13)


    Data: 13/06/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: sesamoandmia, Fonte: Annunci69

    ... quell’odore così intenso, forte, un odore di muschio selvatico, forse di stalla, talmente intenso che mi permetteva solo di fare piccoli e brevi respiri.
    
    Poi la mia pelle, che pochi minuti prima aveva ricevuto addosso il seme di quegli avventori, quei sessi che sbucavano di continuo da quei buchi, i loro schizzi sul mio corpo, in faccia, sui seni, dovunque. Ora quegli schizzi stavano asciugandosi e sentivo la mia pelle rattrappirsi.
    
    Cercai in qualche modo di inginocchiarmi sedendomi sui talloni e appoggiandomi in un angolo alle sbarre di quella gabbia.
    
    Cercai di riposarmi, forse di dormire. Ero davvero stanca e cercavo di non pensare a nulla per trovare quel sonno che forse mi avrebbe fatto affrontare il futuro con maggior forza.
    
    Ma quel puzzo che veniva dal mio giaciglio che mi permetteva solo brevi respiri, troppo brevi per trovare una seppur piccola possibilità di addormentarmi. E anche i ricordi, i pensieri, quell’accavallarsi di sensazioni forti, perverse, incontrollabili che un tempo mi facevano paura, ma che oggi riuscivo ad accettare anche con piacere.
    
    Non so quanto tempo restai lì, chiusa in quella gabbia, accovacciata e appoggiata alle sbarre. Forse minuti, forse ore, forse giorni.
    
    Alla fine arrivai persino a pensare che fosse giunto il momento finale.
    
    Poi un refolo d’aria fresca raggiunse il mio corpo. Sobbalzai e mi scostai dalle sbarre.
    
    Poi la luce, intensa, accecante. Che non mi permetteva di vedere nulla, nemmeno le sbarre della ...
    ... gabbia.
    
    Ma gli occhi piano piano si abituarono a quella luce che sicuramente non era così accecante come l’avevo avvertita appena mi fu tolta la benda.
    
    Con la luce mi avvolse anche un certo brusio, un mormorio non lontano, forse a pochi metri da me, che si faceva sempre più presente, sempre più udibile. Strinsi gli occhi più volte per abituarli alla luce e li scorsi.
    
    La gabbia era al centro di una sala non molto grande anche se capiente, circondata da uomini in piedi attorno. Capii che quegli uomini, parlando tra di loro avevano dato origine a quel brusio che prima, sotto quella tenda che copriva la gabbia, non ero riuscita a sentire, forse scambiandolo per un ronzio nella mia testa e nelle orecchie coperte anch’esse dalla benda.
    
    In piedi vicino a me vidi Gaston e poco più in là, seduti in prima fila riconobbi Cosimo e mio marito.
    
    La vista di Rodolfo mi rassicurò, sperai forse che mi aiutasse, che mi facesse svegliare da quel sogno che poteva essere un incubo, ma che, in un modo o nell’altro, mi attirava sempre di più.
    
    RODOLFO
    
    Mi guidarono giù dalle scale in legno con un intenso odore di muffa che arrivava in una stanza semi buia dove Gaston ci fece strada tra una ventina di persone accalcate, in piedi in circolo.
    
    Non vedevo ancora il centro della sala. Facendomi largo li guardai, c’era di tutto, il giovane belloccio, il vecchio bavoso, il bestione tipo pugile, il marocchino, volti senza personalità definita, volti più seri che mai ti aspetteresti in un luogo ...
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