1. In colonia… il primo orgasmo con il clistere


    Data: 11/06/2019, Categorie: Erotici Racconti, Racconti Erotici, Etero Autore: Clisterino, Fonte: RaccontiMilu

    Quell’estate in colonia al mare…(Racconto veramente accaduto) Era un’abitudine, per i mie genitori, mandarmi in colonia al mare durante il mese di luglio, e quello era già il quinto anno e, per raggiunti limiti di età, sarebbe stato anche l’ultimo. Io al mare sono sempre stato benissimo, non avevo mai avuto bisogno di cure infermieristiche, ma quel giorno proprio non mi sentivo come si deve. Tutte le mattine, prima di adunarci per andare in spiaggia, ci si ritrovava in refettorio per una abbondante colazione alla quale io avevo sempre fatto onore, ma proprio quella mattina arrivarono le prime avvisaglie che qualcosa non funzionava, non avevo assolutamente fame. La cosa non passò inosservata alla caposala che mi prese subito sotto la sua cura e mi invitò, amorevolmente, a recarmi in infermeria dove la dottoressa mi fece subito accomodare: “Vieni vieni, siediti, …come ti chiami? ? ” mi disse con un piacevole e rassicurante sorriso, “Maurizio… ” risposi io timoroso, anche perché non ero certo abituato a frequentare ambulatori, ospedali o infermerie di varia natura… “Dimmi Maurizio, cosa ti senti? ? …. cosa c’è che non va? ? ” mi chiese con molta dolcezza.. “Ecco vede, io ho un fastidioso mal di pancia e non ho fame.. ” alla dottoressa, si illuminò il viso… “Dimmi ancora Maurizio, da quanto non vai a fare il tuo bisognino al gabinetto? ” “Non so, non ricordo, …io…” la mia semirisposta fu interrotta da una drastica sentenza “Stai tranquillo Maurizio, ora ti faremo un bel ...
    ... clisterino e tutto si sistemerà! ” così dicendo la dottoressa si allontanò un momento e io rimasi terrorizzato seduto sul lettino dove Maria, la dottoressa, mi aveva fatto accomodare. Mi tremavano le gambe, quella terribile sentenza mi faceva venire alla mente i clisteri subiti a casa per futili motivi, l’umiliazione patita era sempre infinita, a eseguire l’operazione erano sempre in tre, la nonna teneva il serviziale in alto, la mamma infilava la canula e la zia mi teneva fermo per permettere l’operazione, il tutto tra urla e pianti che ora, in quel momento, mi sembrava di risentire. Avrei dato qualsiasi cosa per uscire da quella situazione, ma come potevo fuggire? , come potevo evadere da questa umiliazione che mi aspettava? Ero letteralmente terrorizzato, quando tutti i miei pensieri furono interrotti dalla voce della dottoressa che improvvisamente, rientrando nell’ambulatorio con il serviziale pieno in una mano e la canula dall’altra si rivolse a me… “Sai pensavo di farti una peretta ma vista che sei grandicello un bel clistere lo puoi anche prendere e vedrai che ti farà subito bene! “. Lo sguardo impietrito seguiva le sue operazioni passo passo: agganciò il serviziale sull’apposita asta vicino al lettino, accompagnò con le dita tutto il tubo fino ad arrivare alla canula che fissò con professionale cura che la valvolina fosse ben chiusa, poi girò lo sguardo verso di me… “Eccoci Maurizio, ora a noi… su dai, voltati a pancia in giù, stai tranquillo, non ti farò alcun male, sai, sono ...
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