Assistenza Esterna
Data: 28/05/2019,
Categorie:
Etero
Sesso di Gruppo
Autore: A_Scrittore, Fonte: RaccontiMilu
Quella mattina d’inizio maggio ero di turno al negozio quando il principale mi chiamò al telefono per fare un’assistenza esterna. Me l’aveva descritta alla cornetta come ‘una cosa semplice e neanche troppo complicata’ a una misteriosa donna il cui cognome era Arcidia alla quale avrei potuto spillare più del dovuto. Mi segnai tutto su un foglietto di carta; cognome e indirizzo, riprendendo poi a lavorare. I clienti quel giorno erano tanti ed entravano uno dietro l’altro. Sembrava che non avrei potuto trovare uno spazio libero per svolgere la mansione quando a mezzogiorno riuscii a trovare uno spazio per chiudere il locale appiccicando alla porta il foglietto con scritto ‘Siamo fuori per intervento esterno, nel caso di urgenze chiamare il titolare’. Assieme al mio zainetto percorsi i pochi metri che mi separavano dalla signora. Infatti ‘Arcidia’ abitava non lontano dal negozio in una traversa sulla lunga via, settecento metri più in giù del locale dove svolgevo riparazione, vendita e assistenza di piattaforme elettroniche. Camminavo sotto un sole che quasi spaccava le pietre con indosso la maglietta che mi accompagnava per sei giorni su sette la settimana, raffigurante in alto a sinistra nome e logo del negozio e dietro i punti vendita presenti nel quartiere. Mi fermai di fronte al cancello verde e un po’ arrugginito e suonai al citofono. Dopo pochi secondi d’attesa una voce femminile e squillante mi rispose.
-‘E’ il tecnico dei computer? Venga… aspettavo proprio ...
... lei’-.
-‘Sì, signora’ sono io”-
-‘Secondo piano, scala A’ al pianerottolo subito sulla destra’-.
Riattaccò senza darmi nemmeno il tempo di rispondere. Il cancello si aprì con un clic metallico, permettendomi di attraversare il vialetto. Arrivato al portone suonai di nuovo. Un altro clic metallico e m’infilai all’interno. Percorsi le brevi scale e con mio stupore raggiunsi poco dopo il pianerottolo da lei indicato. La porta era aperta ma per educazione bussai.
-‘C’è nessuno?’- alzai la voce.
-‘Venga!’- da lontano la sua voce mi diede il benvenuto.
Entrai chiudendo la porta alle mie spalle. A passi lenti e titubanti arrivai nel salotto. Mi girai alla mia destra e dal breve corridoio che conduceva a due stanze, una sulla destra e una sulla sinistra, spuntò lei, la signora Arcidia.
Era una donna sulla trentina, alta circa un metro e sessantacinque, carnagione abbronzata’ aveva un visino carinissimo e portava die capelli lunghi dal colore rosso con delle meches nere, il suo corpo era in forma e tonificato, le sue forme deliziose. Mentre mi veniva incontro, ammirai la sua seconda di seno coperta dalla sua canotta nera a spalline e una minigonna a righe verticali grigie e nere che la copriva fino alle cosce. Mi sorrise con fare gentile camminando scalza.
-‘Mi scusi ero a preoccuparmi di altre faccende”-
-‘Non si preoccupi signora’- l’educazione prima di tutto.
-‘Mi chiami Eleonora’- e mi tese la mano.
-‘Amedeo’- dissi stringendo la sua debole ...