1. io e paolino, mamma mia (mamma sua!) - 2


    Data: 12/05/2019, Categorie: Trans Prime Esperienze Gay / Bisex Autore: evablu, Fonte: xHamster

    ... spogliata per lui e gli avevo dato i capezzoli da baciare e leccare, poi glielo avevo pure preso in bocca, dopo che aveva goduto: avevo sentito il sapore della sua cappella e del suo sperma, lui mi aveva tirato giù i jeans e si era strusciato contro il mio culo, ma ormai era moscio e poi non era capitato più, perché forse si era pentito o ne aveva parlato con qualcuno e gli era venuta la strizza che i suoi lo scoprissero. Insomma, mi aveva probabilmente ceduta o subappaltata, dopo di lui si erano presentati gli altri, uno alla volta, in circostanze sempre diverse, a casa loro, a casa mia, nel boschetto di Cappuccetto rosso, come lo chiamavamo noi, perché ci andavano le coppiette e i guardoni che facevano da lupi cattivi. Ogni volta, quando godevano, giravo gli occhi da un'altra parte, non volevo vedere i loro schizzi. Li odiavo: io volevo solo lui, Giovanni, ma lui non voleva me.
    
    - E quindi? - mormorò Paolino riportandomi alla realtà: si stava slacciando la cintura.
    
    Ero letteralmente paralizzata, non sapevo che fare. Teneva le spalle larghe e forti, che lo rendevano proprio bono, poggiate contro la porta chiusa: era più alto, mi sovrastava di almeno 15 centimetri. Continuò con mosse da gigolò, come se fosse uno spogliarellista per femmine o per checche arrapate, tirandosi giù la lampo.
    
    - Francamente - disse con l'atteggiamento schizzinoso dell'uomo vissuto, calandosi i jeans e scoprendo un paio di slip rosso fuoco, sotto cui si vedeva un coso grosso, sodo, eretto ...
    ... - non l'ho mai dato in bocca a un frocetto.
    
    Tentai, con un gesto disperato, di spingerlo via e di evitare quella violenza, fuggendo. Ma fu un giochetto, per lui, sopraffarmi: mi spinse spalle al muro, tenendomi i polsi dietro la schiena con una sola mano; con l'altra mi tirò su la maglietta, scoprendo i miei piccoli ma dolci seni naturali da tredicenne acerba. Subito ci si avventò prima con le dita, le stesse che mi avevano poco prima esplorato il fondoschiena, poi con le labbra, infine con la lingua.
    
    - Smettila, che fai! - protestai sottovoce, ma ansimavo e si vedeva a chilometri di distanza che mi stava piacendo.
    
    - Troia, puttanella - mormorò lui ciucciando divinamente le mie tette - hai il più bel culo della scuola e anche queste minnuzze sono niente male.
    
    Me le stava divorando, più che solo leccando, mi lasciò le mani libere e anziché ribellarmi gli misi le braccia al collo, lo accarezzai: stavo partecipando.
    
    - Ti piace, si vede a distanza che ti piace, sei una brava femminuccia - e mentre lo diceva mi tirò giù, con un colpo secco, la tuta, rivelando il mio tanga elasticizzato nero, da femmina porca, e il pisellino in mezza erezione -. Brava, troietta, brava.
    
    Si tirò su, dopo avermi slinguettato i capezzoli per cinque minuti abbondanti, facendomi provare sensazioni incredibili. A quel punto aveva il cazzo dritto, non gli stava più nelle mutande, lo tirò fuori. Capii subito cosa voleva, mi sottomisi più che volentieri, scivolando in ginocchio in quello ...