1. io e paolino, mamma mia (mamma sua!) - 2


    Data: 12/05/2019, Categorie: Trans Prime Esperienze Gay / Bisex Autore: evablu, Fonte: xHamster

    - Carnati, Rulli!
    
    Nemmeno la voce secca della prof lo fece staccare da me. Del resto, si fosse mosso, si sarebbe notato di più ciò che stava facendo.
    
    - Vedo che non siete molto interessati alla lezione.
    
    Tenendo gli occhi bassi, farfugliai qualcosa che somigliava a una negazione, a una risposta qualsiasi. Intanto lui si mise sotto la mano il foglietto con cui avevamo comunicato, il sudore glielo appiccicò alla pelle, riuscì a farlo sparire. Meno male, pensai, mentre l'arpia ci cacciava entrambi dalla classe: lo avesse trovato, ci avrebbero espulsi entrambi dalla scuola. Nell'alzarmi provai un sollievo e al tempo stesso un disagio, perché fino all'ultimo istante mi tenne il dito praticamente dentro il sedere e la cosa aveva cominciato a non dispiacermi troppo.
    
    Percorremmo in totale silenzio il corridoio che ci portava verso i bagni, dove decidemmo di rifugiarci, prima che la stronza ci ripensasse e ci chiedesse di ripeterle tutto il libro. Paolino Rulli era un bel ragazzo, alto, slanciato, muscoloso, sempre abbronzato, a riprova del fatto che lo studio per lui era un passatempo molto, molto occasionale: infatti aveva ripetuto la terza media una o due volte ed era entrato al superiore a 15 anni passati da un pezzo. C'era imbarazzo, per quello che era appena successo: io avrei voluto schiaffeggiarlo, per la situazione che aveva creato, ma la mia evidente eccitazione di fronte al suo toccarmi più che intimamente mi impediva di aprire bocca. E poi ero in soggezione ...
    ... verso di lui, più grande e forte di me.
    
    Dentro i gabinetti, insistette perché entrassi con lui in un wc.
    
    - Così se la strega manda il bidello a cercarci, non ci trova - bisbigliò senza convincermi troppo, richiudendosi la porta alle spalle col chiavistello.
    
    Avevo ragione. Una volta dentro cominciò a essere più spinto che in classe.
    
    - Allora è vero quello che dicono - ammiccò nello spazio angusto tra il water e il muro - che ti fai toccare il culo e ti piace... e che fai le seghe ai maschi, è pure vero?
    
    Inghiottii, sentendomi morire: le voci giravano, non c'era niente da fare, nella nostra età confusa, soprattutto nel campo degli affetti e della sessualità, nessuno perdonava la natura degli altri, specie se era una natura, diciamo, poco ortodossa.
    
    - Non è vero - balbettai, ma non convincevo nemmeno me stesso, o me stessa, perché tra di me mi parlavo al femminile quando affrontavo l'argomento sesso.
    
    - Ma dai - disse sghignazzando - di che ti vergogni, Robertina?
    
    Fu un colpo al cuore: in quel modo mi chiamava il mio primo amore, Giovanni. Era stato il primo per cui il cuore aveva alzato il ritmo dei battiti, il primo in assoluto che avevo toccato e mi aveva toccata nuda. Poi c'erano stati Enzo, Giuseppe, Salvatore. Ma Giovanni io lo amavo sul serio e con lui avevo capito che mi piacevano i ragazzi: il nostro però era un amore difficile, se non impossibile, era sentimentale e anche fisico, mi ero fatta toccare a lungo e con trasporto culetto e seno, mi ero ...
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